lunedì 17 settembre 2012

"L'alba dei libri" di Alessandro Marzo Magno

recensione a cura di Adele Maddonni*

A partire dallo strepitoso successo de Il nome della rosa, i romanzi che parlano di libri hanno conosciuto una fortuna crescente, soprattutto se ambientati in vecchie abbazie, biblioteche dimenticate, polverose botteghe seminascoste in vicoli bui. 
In questo caso, invece, Alessandro Marzo Magno ricostruisce in un saggio - ma come se fosse un romanzo - l’avventura della nascita del mercato editoriale moderno nella Venezia tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento. La capitale della repubblica serenissima era in quel momento una metropoli commerciale multiculturale, ricca e tollerante, in cui la nuova invenzione della stampa a caratteri mobili trovò terreno fertile e raggiunse livelli di maestria tecnica e risultati imprenditoriali ineguagliati. E’ avvincente muoversi nelle calli veneziane e all’interno delle botteghe dei protagonisti di questa storia, uomini di grande ingegno ed intraprendenza che percepirono le potenzialità del prodotto libro pur agli albori della sua diffusione e ne fecero uno strumento per costruire o accrescere le proprie ricchezze.
Sarà un tedesco, Giovanni da Spira, a dare avvio all’arte della stampa a caratteri mobili nella Serenisssima, ma la nuova attività, accolta con straordinario successo dalla popolazione colta e benestante, verrà continuata e perfezionata da veneziani, o da uomini trasferitisi a Venezia per intraprendere l’attività di stampatori, con straordinaria intuizione delle potenzialità che il mercato poteva offrire. Naturalmente tra questi personaggi che emergono dalle nebbie della storia, un posto di primo piano spetta ad un vero e proprio genio, il “Michelangelo della stampa”, Aldo Manuzio, il primo vero editore moderno. Manuzio letteralmente inventa il libro per come lo conosciamo oggi, nel suo status di oggetto culturale ma anche di merce a tutti gli effetti e sarà autore di una serie di innovazioni che costituiranno delle vere pietre miliari dell’editoria moderna: nella sua bottega verrà messo a punto un nuovo carattere  tipografico, il corsivo, da cui discendono quelli utilizzati ancora oggi; per la prima volta sarà lui ad ideare libri in formato ridotto, antenati degli attuali tascabili.
Se i libri usciti dalla tipografia di Manuzio sono esemplari di maestria ineguagliata, è davvero impressionante scoprire quanti altri primati editoriali Venezia stabilirà fino alla seconda metà del XVI secolo - quando anche qui si impianterà stabilmente il tribunale dell’Inquisizione e avremo i primi roghi di libri in piazza–. In una serie di capitoli tematici, Magno infatti apre delle finestre sui generi letterari maggiormente in voga, descrivendoci titoli, date e peculiarità delle pubblicazioni più importanti per ciascun settore. 
Se Aldo inizia l’attività di stampatore con l’obiettivo di pubblicare soprattutto i classici latini e greci e dà vita alle edizioni filologicamente più accurate ed esteticamente più pregiate realizzate fino ad allora - tra cui quello che è considerato il più bel libro in assoluto della storia, l’Hypnerotomachia Poliphili (1499) - a Venezia vengono stampati il primo Corano integralmente in arabo (operazione che riveste un carattere squisitamente commerciale, dal momento che ancora l’arte della stampa era sconosciuta nei Paesi islamici), il primo Talmud ebraico, il primo libro armeno, ma anche i primi libri di musica, di gastronomia, di cosmesi e di medicina e poi un numero incredibile di titoli di argomento geografico-militare. E sempre a Venezia verrà pubblicato, nel 1527, quello che può essere considerato il primo libro pornografico, I sonetti lussuriosi di Pietro Aretino, intellettuale provocatorio e scandaloso dalla grandissima notorietà, prima figura di best-seller moderno, rifugiatosi nella tollerante Venezia per sfuggire le autorità ecclesiastiche romane. 
A partire dalla metà del XVI secolo l’esaltante stagione che aveva visto Venezia protagonista della nascita del mercato editoriale moderno si chiuderà progressivamente sotto le pesanti ingerenze della censura da parte dell’Inquisizione romana. Il primato passerà ai Paesi del Nord Europa che, aderendo alla Riforma luterana, assicureranno maggiore tolleranza e libertà di circolazione dei libri e contemporaneamente conosceranno una crescente prosperità economica e commerciale, derivata anche in questo caso dall’aver soppiantato la vecchia capitale dei traffici commerciali, che dall’Adriatico si sono ormai spostati sulle nuove rotte atlantiche aperte dalle scoperte geografiche.

L’alba dei libri

Quando Venezia ha fatto leggere il mondo
di Alessandro Marzo Magno
Collezione storica Garzanti
22,00 euro


*Nata a Roma, Laureata in Lettere, con indirizzo Italianistica, all’Università “La Sapienza”. Dopo un master in Editoria, ha collaborato come correttrice di bozze ed editor, tra gli altri con il Censis e l’Inail. Collabora con Ilaria Guidantoni nell’attività di ufficio stampa, organizzazione di eventi, nella gestione ed aggiornamento dei contenuti per il sito web e i blog.

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