sabato 31 marzo 2012

“Ore venti e trenta” di Paola Musa


Sabato 31 marzo alla Libreria Popolare di Milano

Una sfida di grande modernità a mio parere, quella di Paola Musa con la piccola raccolta di poesie di impegno civile e sociale, di denuncia della società, sotto la cappa di un’iperinformazione, disattenta alla verità e spericolata sul fronte della comprensione umana.
Una scommessa raccolta dalla nuova casa editrice, Albeggi – che nel nome come nello stile guarda al futuro, al divenire di cambiamenti radicali come rivoluzioni – di Ilaria Catastini; e dalla Libreria Popolare dove il librario, Guido Duiella, intervenendo alla presentazione ha dichiarato il suo disagio per i bottegai, rivenditori di libri. Non è spaventato dall’incertezza della crisi e dal disamore per la cultura ormai diffuso, nemmeno per l’avanzata massiccia della tecnologica che secondo molti minaccerebbe il mondo cartaceo dei libri. Il valore è la lettura e, secondo il Giornalista Enzo Argante, che ha presentato l’autrice, la priorità è al coinvolgimento di un numero quanto più grande possibile di lettori. In tal senso la passione per la lettura può diventare l’anticamera di una scelta di stile, per taluni il supporto tecnologico, la biblioteca virtuale; per altri il libro in quanto oggetto, il piacere di sfogliare, passarlo di mano, sentirne l’odore. I due mondi non si fronteggiano come nemici ma complementari potrebbero diventare alleati. Se in Italia si legge poco e ancor meno poesia, io raccolgo l’impegno della poesia civile come grande modernità. La poesia, a dispetto di quanto si crede è estremamente moderna perché è sintetica, visualizzabile, immaginaria; inoltre è meno soggetta alle mode del romanzo o del cinema, risultando più difficilmente datata. Tra l’altro ognuno la può immaginare colorandola nel contesto del proprio vissuto. Pur avendo un riferimento linguistico si avvicina alla musica per l’universalità. In fondo la poesia è il genere più musicale tra le arti, anche se le strade talora si allontanano, trasferendo emozioni e vibrazioni. E la contemporaneità va sempre più in cerca di sinestesie e novità sensoriali. Tra l’altro il supporto tecnologico può addirittura enfatizzarla. Non resta che leggere il libro, frutto dell’unione di due linguaggio, parole – talora in rima e metrica; altrove in versi liberi – e immagini.

http://www.saltinaria.it/eventi/culturali/14722-ore-venti-e-trenta-paola-musa-presentazione-libreria-popolare-milano.html

Casa delle traduzioni


Mercoledì 4 aprile alle ore 18 presso la Casa delle Traduzioni di Roma sarà presentata la nuova traduzione dell’Ulisse di Joyce, edita dalla casa editrice Newton Compton.

Interverranno Enrico Terrinoni e Carlo Bigazzi, Riccardo Duranti e Fabio Pedone.


Casa delle traduzioni del Comune di Roma
via degli Avignonesi 32

venerdì 30 marzo 2012

Il maggio dei libri


Online dal 2 aprile il sito www.ilmaggiodeilibri.it

Mentre tanti continuano ad aderire numerosi alla campagna Il Maggio dei Libri, quest’anno per la prima volta la campagna si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Un’altra importante novità riguarda il sito dedicato alla campagna che, a partire dal 2 aprile, sarà online all’indirizzo www.ilmaggiodeilibri.it, mentre la pagina facebook/ilmaggiodeilibri sarà rinnovata e si possono inserire immagini e/o video, condividere le attività di promozione e aggiungere commenti.

Per aderire alla campagna basta collegarsi al nuovo sito oppure al sito del Centro per il Libro e la Lettura www.cepell.it: prima si accede più saranno valorizzati i progetti promossi da ciascuno. I dati forniti dagli organizzatori andranno ad alimentare la banca dati degli eventi che sarà pubblicata sul sito www.ilmaggiodeilibri.it già a partire dal 2 aprile.

L’immagine istituzionale è stata aggiornata e ed è già scaricabile dal nuovo sito www.ilmaggiodeilibri.it: si tratta dell’immagine di un libro aperto che lascia cadere un nastrino rosso annodato, un segnalibro che allude a una corda con la quale “evadere” ed è accompagnata dall’invito Fuggiamo insieme. Ad essa si affiancano altre tre proposte, sempre scaricabili dal sito, ispirate ad altri tre temi collegati con la lettura: il viaggio, l’amore e il cibo. Ciascuno potrà adottare l’immagine più aderente alle proprie esigenze. Un invito, insomma, a moltiplicare le modalità con le quali partecipare alla grande campagna sulla lettura per potenziare la sua eco nazionale e locale.

"Tunisi, taxi di sola andata", a Milano




Giovedì, 19 Aprile alla Libreria Milano Libri
Ospite della serata, il Presidente del Touring Club Italia, Franco Iseppi

La violenza, la civiltà. In poesia


Sabato, 31 marzo ore 11.30
Libreria Popolare
Via Tadino(Corso Buenos Aires), Milano


La casa editrice, Albeggi Edizioni, di Ilaria Catastini presenta una raccolta di poesie di Paola Musa, poetessa e scrittrice, dedicato a tematiche sociali, quali la violenza sulle donne, l'immigrazione, la povertà e l'emarginazione.
Venerdì 30 marzo la presentazione a San Donato, alla libreria Artea, alle ore 17.
La collana di poesia di Albeggi Edizioni (www.albeggiedizioni.com) si chiama ControVerso. La meta che si pone è di contribuire a rilanciare la poesia di taglio sociale e politico, come strumento di analisi, riflessione e sensibilizzazione su temi, fatti e argomenti sociali e della nostra storia contemporanea, come strumento di intercettazione, stimolo e avanguardia rispetto ai mutamenti sociali, politici ed economici della società. La poesia parla al cuore delle persone, alle viscere, consente di trasmettere messaggi "per immagini interiori" e può essere uno strumento assolutamente complementare all'informazione giornalistica e videogiornalistica, oggi così densa di messaggi e stimoli da creare spesso assuefazione nel lettore. Con Paola Musa abbiamo appena aperto un blog, lapoesiacheserve.wordpresscom, che si propone di creare un ponte tra questi mondi e creare un network tra persone interessate.
Le due poesie che pubblichiamo, tratte dalla raccolta, fotografano, rispettivamente, l'attimo antecedente all'esplosione di un ordigno umano, quello di un kamikaze; e la "Civiltà", quasi prologo della raccolta.

Presentazione de "Il sorriso di Godot" di Stefano Giovinazzo


Domenica 1° aprile 2012 ore 18,30
Il sorriso di Godot (Edilet) presso "Il Paiolo" (via dell'Imbrecciato 127 - Roma)

Assieme all'autore, Stefano Giovinazzo, discuterà della silloge edita dalla casa editrice romana, Massimiliano Coccia (Edizioni Ensemble).

Dalla prefazione di Irene Esther Leo: le parole de Il sorriso di Godot «sono pietre, hanno una fissità particolare e ferma, dettano l’ombra e la luce. Non flusso ma accadimenti esatti. Immagini allo specchio, in questo soliloquio dell’amore, anzi degli effetti dell’amore. C’è una volontà non tanto celata di indicare la metà o solo una parte delle cose, benché queste abbiano radici più marcate. Cedono un indizio e poi si ritraggono, sepolte da un velo di silenzio misto alla sabbia del tempo…»

giovedì 29 marzo 2012

Mercoledi 28 marzo, presentazione del libro "Tunisi, taxi di sola andata" presso la Libreria Griot di Roma


Presentazione di Tunisi, taxi di sola andata presso la libreria Griot di Roma con l'autrice, Ilaria Guidantoni, e la scrittrice e saggista Tiziana Colusso, direttrice della rivista letteraria online "Formafluens.net"

Mercoledi 28 marzo 2012, Sala stampa Camera dei Deputati, presentazione "Tunisi, taxi di sola andata" di Ilaria Guidantoni


Presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati presentazione del libro Tunisi, taxi di sola andata con la partecipazione dell'autrice, Ilaria Guidantoni, dell'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e di Salah Methnani, gionalista tunisino, inviato di Rainews24

Francesco Verso in cima alle classifiche degli ebook

Il racconto breve trova nuova dignità sul web

Francesco Verso,autore di spicco nel panorama della letteratura fantascientifica, scala le classifiche di vendita degli ebook con il racconto Due Mondi e si posiziona al numero 2 del Fantasy e numero 5 della Fantascienza su Amazon.it
Risultato importante dopo che, per anni, la forma del racconto breve è stata poco considerata in Italia e ha avuto poco mercato, se si escludono le raccolte di autori molto noti oppure le collettanee.
Verso sottolinea come i racconti siano più facilmente fruibili su dispositivi mobili che agevolano la lettura durante i tempi morti. Un conto è leggere un romanzo, un altro un racconto autoconclusivo nel giro di venti – trenta minuti. Negli ultimi anni, l’esperienza della lettura si è fatta via via più frammentaria e il racconto si presta bene ad assecondare questo cambiamento

Vincitore del premio Urania Mondadori nel 2008 con il romanzo Il fabbricante di sorrisi, pubblicato con il titolo di e-Doll, pubblica successivamente il romanzo Antidoti Umani.
Nel 2010 completa Livido e i racconti Flush, Dodici Centesimi, Sogno di un futuro di mezza estate, Due mondi e La morte in diretta di Fernando Morales.
Nel 2011 finisce il romanzo Bloodbusters. Attualmente sta scrivendo il quinto romanzo dal titolo I Camminatori.
Francesco Verso aderisce alla corrente letteraria del Connettivismo.

domenica 25 marzo 2012

"ISLAM TRA PACE E GUERRA"


di Antonella Colonna Vilasi

Città del sole Editore, 2011
Un’analisi storica del terrorismo: i rapporti tra Islam e Occidente

Leggerà alcuni brani del libro MAURO DE CILLIS

Presenterà TIZIANA COLUSSO
4 aprile
presso la biblioteca Enzo Tortora
via Zabaglia, Testaccio - Roma
Ore 17,00

Conversazione con Nicola Magaletti

Qual è la finalità del libro?
"La finalità del pamphlet, da Visionario, l’annuncio nella sua introduzione: indicare il punto di arrivo di questa rivoluzione e entusiasmante globale che stiamo vivendo affinché, unac consapevolezza adeguata da parte del cittadino, gliela possa far vivere con maggiore serenità, fiducia e possa in tal modo accorciarne il percorso che altrimenti potrebbe divenire eccessivamente tortuoso e quindi lungo. Anche nella quarta di copertina riprendo il tema: “c’è la luce oltre il tunnel e non è mai stata così luminosa!”".

Chi sono i destinatari?
"I destinatari sarebbero i cittadini “tutti”; infatti è volutamente molto semplice e divulgativo. Ci sarebbe un secondo livello di lettura, fin dal primo capitolo: quando parlo di delega di sovranità, ad esempio, i più accorti noteranno che rivaluto lo psicologismo di Stuart Mill (anche se in chiave molto singolare) rispetto al sociologismo imperante di Marx".

Quali sono l'obiettivo centrale e i temi prioritari?
"Essendo comunque i temi trattati molto vasti (col manifesto di Nicola
2, nelle conclusioni, intendo addirittura fornire la tanto attesa prosecuzione del manifesto di Ventotene!). Ritengo che il cavallo di Troia possa essere il tema della finanza, una vera chicca e che intendo cavalcare: sono stato il primo in assoluto in Italia a parlare dell’abolizione del denaro contante ovvero della sua TRACCIABILTA’ (cosa facilmente dimostrabile e mi sto attivando per farlo) e intendo rivendicarne la paternità per accreditarmi come Visionario con lo scopo di annunciare una ben più attuale ed altrettanto rivoluzionaria soluzione all’attuale crisi finanziaria ancora del tutto inedita: l’abolizione della finanza. (Abbiate fiducia, non prendetemi per folle così come fecero in tanti 20 anni fa con la tracciabilità)".
Ci sono degli interlocutori individuati, soprattutto in virtù di questo tema?
"I miei interlocutori privilegiati diventano, in questa fase, gli economisti e la stampa di settore. Gli proporrò di cambiare il loro punto di vista, gli imporrò una rivoluzione paradigmatica per poter dare una risposta alla attuale crisi finanziaria, epifenomeno di una rivoluzione in atto ben più vasta. Ma questo è quanto".

In quanto editore di se stesso, il titolo lo avrai scelto. Qual è la tua chiave di lettura?
"Non posso rinunciare alla presuntuosità del titolo; d'altronde nel libro do del Beota a chi legge! Sono provocatorio e presuntuoso in tutto lo scritto coerentemente con la formula prescelta del pamphlet. Non posso nascondermi dietro un dito. Devo solo prepararmi ad affrontare le inevitabili critiche".

Una curiosità sul colore della copertina.
"I colori della copertina sono un tributo a Popper e alla sua “Società aperta” ma è azzeccatissimo anche il giallo come colore della scelta e della responsabilità: sono ridondanti in tutto il libro anche se inevitabilmente anticipate dalla consapevolezza ottenuta con l’informazione e con la lettura di quanto scrivo".

Il mio orizzonte è quello mediterraneo con il canocchiale puntato sulla Tunisia - protagonista del mio romanzo Tunisi, taxi di sola andata - e vorrei avere il tuo punto di vista.
"In quanto al tema della rivoluzione tunisina, sai quanto mi appassioni, preferisco terminare di leggere il tuo libro. Posso comunque anticipare che sì, il termine Dignità, meglio si adatta rispetto a quelli sentiti ma non esaurisce e sintetizza a sufficienza quanto è accaduto, sta accadendo ed accadrà".

In effetti gli slogan sono sempre riduttivi e i tunisini parlano di dignità, libertà e giustizia...qualcuno dubita che la parola rivoluzione sia adatta.

La Bibbia dell'aspirante cittadino



di Nicola Magaletti

Il titolo per un Occidentale è di impatto, suona categorico. Evidentemente l’autore ha una consapevolezza e una convinzione di sé senza incertezze. La conferma arriva fin dalle prime righe, la sensazione di essere un visionario e come ogni Cassandra non creduto per poi essere sminuito al verificarsi della predizione, giudicata un’ovvietà e quindi troppo lampante per essere annoverata nelle previsioni. La difficoltà emerge insieme alla caparbietà di pubblicare a costo di diventare editore, di sé stesso. Certamente una scelta coraggiosa rispetto a chi si piega al potere per essere editato secondo il detto che “per cambiare il sistema bisogna starci dentro”. Il problema è che se l’obiettivo è smuovere le acque occorre, non solo avere chiaro il bersaglio, ma raggiungerlo.
Comincio dalla copertina, un ricordo delle dispense universitarie: si annuncia impegnativo e volutamente non allettante. Non cerca il compiacimento del lettore, piuttosto si presta ad essere didascalico. La lucentezza della copertina riflette un giallo, giallo intenso senza sfumature. Forse è da qui che occorre partire: il giallo è il colore dell’invidia, quindi della gelosia e del tradimento come via di fuga per non affrontare il problema. Nell’immaginario cristiano è il colore associato a Giuda. Ogni colore ha però una sua valenza ‘positiva’: è il colore della scelta, della capacità di prendere in mano la situazione quindi della responsabilità. In questa ambivalenza c’è la sintesi del testo di Nicola Magaletti: i non-cittadini, coloro che sono trattati da sudditi e che si auto negano, “i beoti”, come li definisce l’autore con la mentalità dello schiavo per dirla con Nietzsche. E non si tratta di mansuetudine quanto di autorepressione che sfoga nella ‘diversione’ o nell’esplosione della rabbia. Ma le rivoluzioni non sono cose per l’occidentale addormentato (ndr), nella sottomissione dei deboli che non ha rispetto dell’autorità; soltanto paura del potere. Il timore reverenziale è l’effetto del rispetto che, come diceva Kant, è il più nobile dei sentimenti. La paura invece imprigiona. E’ difficile definire questo testo: forse l’autodefinizione dell’autore è la migliore, pamphlet, con un’inclinazione manualistica verso il decalogo. C’è la volontà di scuotere l’altro, una massa indistinta inconsapevole, pigra e forse disonesta intellettualmente rispetto al potere che non può essere oggetto di timore perché becero e privo di autorevolezza.
Il nucleo è il tema della democrazia fondata, secondo il dettato di Montesquieu, sulla separazione del potere legislativo, esecutivo e giudiziario, con un accento grave posto su quest’ultimo. Una giustizia serva della politica (una giustizia quindi strutturalmente ingiusta) e della burocrazia (una giustizia incerta nei tempi e nei modi). Non mi addentro nei particolari dei quali spero ci sia occasione di discuterne in un dibattito e di approfondire direttamente sul testo, per chi vuole. Mi limito a sottolineare due aspetti interessanti della pars costruens, quello economico-finanziario, e l’idea di Europa. Sul primo c’è un invito ‘radicale’ all’emarginazione se non cancellazione della finanza, per tornare ad un’economia reale, con un movimento però che porti l’economia a smaterializzare il denaro, sostituendo la moneta con e’certificati’ che rendano tracciabile il percorso degli scambi e della remunerazione. Sul tema dell’Europa, che mi sta particolarmente a cuore perché personalmente (lo preciso solo per chiarire il punto di vista) non è credibile e per l’Italia è un non senso. Il nostro riferimento è piuttosto il Mediterraneo. L’Europa si regge sul nulla: sulla moneta unica e sulla speculazione che ne è seguita. Nasce da un inganno, a mio parere, perpetrato. La prospettiva affrontata dall’autore è interessante per la menzione della lingua e della religione. Sulla seconda non mi pronuncio per il rischio di entrare nei massimi sistemi. L’aspetto linguistico mi sembra molto più cogente: dare un nome alle cose significa definirle e indicare la posizione di chi parla. Si vede il mondo attraverso la lingua che si conosce e la scelta non è facile. Non è un caso che gli invasori o i dittatori abbiano imposto la propria lingua, connotandola con uno stile specifico, standardizzato e riconoscibile. Se vogliamo fare un esempio religioso, quanto si è discusso e si è tornato a discutere sulla messa in latino o sull’apprendimento del Corano a memoria per chi è analfabeta!
Il libro può essere uno strumento per superare la banale protesta politico-sociale dell’essere semplicemente contro e provare a tracciare una strada. Occorre renderlo digeribile, soprattutto ai pigri colleghi della stampa.

La Bibbia dell’aspirante cittadino
di Nicola Magaletti
Magaletti Nicola editore
12,00 euro

venerdì 23 marzo 2012

Francesco Verso ospite a Deepcon - Science fiction, fantasy and horror in Italy


Fiuggi, Hotel Ambasciatori – Domenica 25 marzo

Autore di successo nel panorama della letteratura fantascientifica, Domenica 25 marzo sarà ospite, presso l’Hotel Ambasciatori di Fiuggi, della manifestazione Deepcon - Science fiction, fantasy and horror in Italy, nella duplice veste di scrittore e di editore della casa editrice Kipple: intervenendo proprio sul fenomeno emergente dell’editoria digitale.
Vincitore del premio Urania Mondadori nel 2008 con il romanzo Il fabbricante di sorrisi, pubblicato con il titolo di e-Doll, pubblica successivamente il romanzo Antidoti Umani.
Nel 2010 completa la terza opera Livido e i racconti Flush, Dodici Centesimi, Sogno di un futuro di mezza estate, Due mondi e La morte in diretta di Fernando Morales.
Nel 2011 finisce il romanzo Bloodbusters.
Francesco Verso aderisce alla corrente letteraria del Connettivismo.

Per ulteriori informazioni:
http://deepcon.it/program/25-03-2012/
http://www.amazon.it/gp/bestsellers/digital-text/1345005031/ref=zg_bs_nav_kinc_3_1338389031

Tavola rotonda sul tema della traduzione

Casa delle Traduzioni, Mercoledì 28 marzo ore 18.00

in occasione dell’attribuzione del Premio Nazionale per la Traduzione alla casa editrice LaNuovaFrontiera

tavola rotonda con l’editore sul tema della traduzione

intervengono il direttore editoriale Lorenzo Ribaldi,
Giorgio De Marchis, Riccardo Duranti, Giuseppe Tavani ed Elisa Tramontin


Casa delle Traduzioni
via degli Avignonesi 32 – 0645460720
casadelletraduzioni@bibliotechediroma.it

mercoledì 21 marzo 2012

Uccidere il padre




di Amélie Nothomb
Un libro crudo e crudele, con un umorismo acido e una violenza sottile appena palpabile ma feroce. Lo schema e lo stile sono quelli consolidati dalla scrittura di Amélie Nothomb. Un romanzo breve, eppure denso costruito come una partita a poker, sentimentale, dove l’architettura rispetta il contenuto. Si parla di magia e bari, trucchi ingannatori e rischio corso in prima persona per ammaliare il pubblico onestamente e si scrive una partita dove inaspettatamente la vittima è il carnefice. Il ragazzo protagonista del libro, dai 15 ai 20 anni impara fino troppo bene i trucchi del mestiere svelando agli altri che la sua passione non è pura ma uno strumento per giocare gli altri. Un affresco inquietante dove nessuno è chi sembra e la stessa protagonista femminile, pronta ad accogliere subito in casa un ragazzo come un figlio, cacciato di casa da una madre snaturata, non è solo una moglie fedele innamorata del più grande maestro, mago della città; mentore e poi padre putativo di Joe; è anche una donna estrema, un giocoliere del fuoco, con un’esperienza adolescenziale di droga e con una voglia di evasione e trasgressione ancora molto forte. Lo spaccato familiare quotidiano, da famiglia felice della provincia americana e la settimana ‘di follia’ annuale, di riunione hippy a Black Rock dove la magia, non solo dello spettacolo è protagonista, sono distanti e dissonanti e contemporaneamente intrecciati e vitali l’uno all’altro. L’autrice prova un gusto, mai compiaciuto, di scavare nell’animo umano per trovare il lato sorprendente e oscuro con una successione di colpi di scena fino a confondere lo spettatore preso nella dinamica della spirale sempre più stretta. Talora si ha l’impressione pur nello scenario di realismo quotidiano rafforzato dall’attualità di perdersi in una dimensione onirica, talora un po’ allucinata. Fa da trait-d’union l’analisi psicologica sempre attenta ai personaggi. I suoi libri appaiono quasi sceneggiature che per ora, forse proprio per il risalto dato allo scavo psicologico, ha premiato il teatro più che il cinema.


“Uccidere il padre”
di Amélie Nothomb
Voland
Collana Amazzoni
9,00 euro

martedì 13 marzo 2012

"Vite sicure" con Edizioni della Sera


Sarà ospite alla manifestazione LibrInOnda a' L'Argonauta di Roma, uno spazio dedicato soprattutto alla libreria di viaggio e in questo caso a viaggiare sicuri.

giovedì 8 marzo 2012

Halima

Halima
ovvero "Non bastano le parole"

Titolo originario di un racconto pubblicato nel libro calendario 365D, 2012, che oggi dedico a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di sperare e la fede nella vita anche quando queso comporta la rinuncia estrema.
Dedicato in particolare alle donne della rivoluzione tunisina.

La luce feriva, accecante sui muri a calce. Ero estenuata ma continuavo a camminare aspirando il profumo delle spezie fino quasi alla nausea. Caldo, polvere, un frastuono di voci, ma non potevo fermarmi. Ero in fuga verso un altrove che non riconoscevo. Ad un tratto sotto un arco ho intravisto una piazzetta riparata, sarebbe stata la porta del mio altrove. Ho incrociato lo sguardo di una donna, una fessura dolente sotto il velo azzurro. Dolore e consolazione d’improvviso e mi è mancato il respiro. Non capivo. Non avevamo le parole ma i gesti del dolore sono uguali, ovunque. Ci siamo riconosciute. Era incredula Halima. Quel nome lo avrei saputo molto tempo dopo da sua figlia. Era come se mi aspettasse. Mi è sembrato un tempo infinito ma non abbiamo passato che una mezz’ora insieme e senza una lingua comune…il tempo è interminabile. Ad un certo punto ha scoperto una mano con delle bruciature e mentre il mio sguardo vi annegava riconoscendo i segni di una vita comune, mi ha messo la mano di una bambina, la sua, nella mia e mi ha allungato un biglietto dove in un francese stentato che qualcuno aveva scritto per lei c’erano più o meno queste parole. « La affido alla libertà, custodiscila e insegnale a pregare un dio, qualsiasi, ma fai che possa guardare il cielo almeno una volta al giorno.» Adesso avevo qualcuno per cui vivere e ritrovarmi. L’ho dovuta affidare ad un istituto. Una donna sola anche in Occidente non è ritenuta degna di essere madre. Avrei dovuto trovare le parole per sopportare insieme quella nuova umiliazione. Le ho promesso che sarei tornata a prenderla quando avessi incontrato un uomo degno di esserle padre. Ho studiato l’arabo e ho trovato le parole. Ma le parole non bastano. Sto ancora cercando quell’uomo...

“Cosmetica del nemico”


“Cosmetica del nemico”

di Amélie Nothomb

Di questo libro si possono scrivere essenzialmente due recensioni, per chi ancora non l’ha letto e per chi l’ha già assaporato. Non si può correre il rischio di svelare il doppio intimo, nascosto, feroce e volutamente irriconoscibile che, comparendo all’ultimo, rivoluziona e manda per aria ogni aspettativa del lettore fino a quel momento. Il testo è esile e densissimo, un fattore che in un mondo che va veloce apprezzo molto e che raramente si trova. Sempre di più, mentre il nostro tempo si accorcia, i film si allungano e i libri sbrodolano pagine e pagine allentandone inevitabilmente la forza drammatica. La scrittura è lineare, direi vicina a gran parte dello stile francofono attuale, pur attingendo a qualche preziosismo, così sottile da non venire in primo piano. La raffinatezza è nel nascondere la citazione, la figura retorica, filtrandola appena con una grande capacità iconopoietica, come nel passaggio nel quale ci si chiede che cosa può succedere se si mette per troppo tempo la museruola al proprio nemico interiore. Ma ci sono anche piccole dissertazioni, condotte con il puntiglio ironico dell’alterco, come dove si dice che “la parola ‘testo’ viene dal latino texere, che significa ‘tessere’. Per cui il testo è prima di tutto una tessitura di parole. Interessante, vero?”
C’è nella Nothomb una cultura radicata, pur presentata con nonchalance, ironia; così come un’assimilazione del modo di procedere dell’ermeneutica per concatenazioni successive, stringenti logicamente quanto deliranti nel contenuto come in certi passaggi che riecheggiano Martin Heidegger e in generale la retorica classica, quindi l’arte dell’oratoria e forense. Sempre però domina un’impalpabile leggerezza condita con un sarcasmo a tratti greve, ma è solo dissimulazione. Testo raccolto in un dialogo serrato, che non allenta la morsa, spostando costantemente il punto di equilibro che il lettore faticosamente si conquista. Non appena si pensa di aver capito cosa si nasconde dietro, la scrittrice ci costringe a metterci in discussione. Lo schema e la finezza psicologica ricordano alcuni testi di Eric-Emmanuel Schmitt (penso a “Variazioni enigmatiche”), anche per l’attenzione al punto di vista maschile. Incredibile pensare che sia scritto da una donna. L’asciuttezza del fraseggio, la capacità di trasferirsi dall’altra parte e la penetrazione del labirinto mentale al maschile, farebbero presupporre uno scrittore. In un susseguirsi di colpi di scena rapidi ed in precario equilibrio, tutti interiori, c’è un crescendo, che approda alla concentrazione sull’io e sulla sua doppiezza. Si ha l’impressione di partire da una scena dilatata, un aeroporto, con ampi spazi e molte persone; gradualmente l’obiettivo si restringe in un dialogo a due e si viene trascinati per cerchi concentrici in un gorgo:gli interventi dei personaggi esterni si rarefanno, quindi anche i personaggi raccontati nel dialogo gradualmente scompaiono e tutto si proietta in una dimensione di scontro solipsistico e violento. Se dovessi rappresentarlo con un’immagine di danza, dall’ondeggiare in un duello che si avvita su se stesso in una spirale; si finisce in un rimbalzare contro uno specchio. Le immagini finali sono di una violenza inaudita: e non a caso il finale è contro un muro. C’è sempre un momento di resa dei conti nella vita al quale non si può più sfuggire.
Trovo nello scritto della Nothomb anche un’eco di certa letteratura giapponese dove ad un certo punto il confine tra realtà e immaginazione sfuma, in questo caso senza scivolare nel fantastico ed onirico come in alcune pagine di Murakami. Non è un andare al di là; piuttosto uno scendere dentro. Chissà se la sua nascita a Kobe, in Giappone, l’abbia in qualche modo influenzata.
La prima parte del libro, fa sorridere e irrita. Non solo si avverte il disturbo del protagonista per il viaggiatore inopportuno che bolla come ‘pazzo’, perché incomprensibile; ci si sente disorientati senza capire se veramente si è dalla parte del protagonista. Qual è poi il protagonista in un dialogo speculare? Gradualmente, nel precedere del climax, non si è più sicuri di stare dalla parte giusta e si procede a tentoni verso la rivelazione.
L’intreccio è geniale; molto raffinato il titolo nell’uso del termine ‘cosmesi’ che nel mondo classico è soprattutto armonia, ordine; diventando poi arte del camuffamento e, in questo caso, del paradosso dell’ordine sovvertito.
Recentemente è stato messo in scena al Nuovo Teatro Colosseo e alla Cometa Off di Roma con Giuseppe Bisogno e la regia di Martino D’Amico.
A breve su www.saltinaria.it, la conversazione con Giuseppe Bisogno, interprete dell’”altro”, Textor Texel.


“Cosmetica del nemico”
di Amélie Nothomb
Voland
7,00 euro