lunedì 4 marzo 2013

Editoriaraba - Tra Maghreb e Francia, focus dal Maghreb des Livres


Il rapporto tra Francia e Algeria, l’editoria algerina e del Maghreb e il ruolo della francofonia: le prime impressioni e riflessioni dal Maghreb des Livres 2013 di Parigi.

di Annamaria Bianco da Parigi*

Il “Maghreb des livres” è stata un’esperienza incredibilmente intensa, se non illuminante. Per me, da sempre più sensibile al fascino del Bilad al-Sham, scavare fra i libri sugli stand e parlare con gli autori emergenti presenti è stata un’occasione di scoperta molto stimolante, oltre che occasione di dialogo con scrittori del calibro di Malek Chebel. Al contrario, Tahar Ben Jelloun: schivo e quasi introvabile. 
All’interno dell'Hôtel de Ville, l’associazione Coup de Soleil è riuscita a riunire davvero di tutto, sfruttando sapientemente gli spazi: intima l’atmosfera della Sala Letture, con il duo d’accompagnamento composto da chitarra e violino, ed altrettanto raccolto anche il piccolo spazio degli Intrattenimenti, tête-à-tête con gli autori. Affatto banale la cornice artistica ricreata letteralmente attorno agli stand di libri e riviste, che ha lasciato spazio soprattutto agli artisti contemporanei tunisini, a dispetto del paese messo quest’anno sotto i riflettori, l’Algeria. Un calligrafo, seduto alla sua scrivania, contribuiva a donare ancor più colore al tutto, assieme a un maxi-schermo collocato alla fine della sala grande, che proiettava immagini poetiche del Maghreb – forse anche troppo orientaliste, nel gusto. 
E' stata un'opportunità per riflettere sulla realtà contemporanea del Nord Africa e della Francia e, soprattutto, sulla natura dei loro rapporti: l’Algeria, a 50 anni dalla sua indipendenza, si caratterizza ancora per una produzione letteraria fortemente influenzata dall’esperienza del colonialismo e le stesse tavole rotonde organizzate hanno ruotato per lo più attorno a personaggi legati a questo genere di realtà. 
Di libri in arabo, poi, solo un’effimera traccia, a causa della naturale predilezione per la francofonia di alcuni scrittori e a una scelta che, personalmente, ritengo essere stata piuttosto mirata, rispetto alla pubblicizzazione di testi in traduzione. Una soluzione che, se da un lato va certamente più a vantaggio delle case editrici francesi che a quelle d’origine, dall’altro è stata anche un po’ obbligata: visivamente parlando, gli arabi presenti all’infuori dei membri dello staff erano pochi; i visitatori erano per lo più francesi – non credo capaci di leggere i testi in lingua originale – e molti anziani. Nonostante l’area giovani appositamente allestita, avrò visto sì e no tre bambini nel corso delle due giornate. 
A dispetto di ciò, in ogni caso, il Maghreb presenta delle novità editoriali davvero interessanti sotto più aspetti.
_________________________

*Studia francese ed arabo classico all’Università di Napoli l’Orientale, ed è iscritta all’ultimo anno del corso di laurea triennale in Lingue, lettere e culture comparate. Attualmente, si trova in Erasmus a Parigi presso l’Institut National de Langues et Civilisations Orientales (INALCO), dove ha cominciato a studiare anche siro-libanese. Da luglio 2012 è giornalista pubblicista e collabora con Frontiere News.

Nessun commento:

Posta un commento