lunedì 24 giugno 2013

Editoriaraba - “Nakba. La memoria letteraria della catastrofe palestinese”


Sabato pomeriggio con Arabismo Editoriaraba ha presentato Nakba. La memoria letteraria della catastrofe palestinese, di Simone Sibilio (Edizioni Q, 2013)

Qualche settimana fa, in occasione della celebrazione dei 65 anni dalla Nakba, la comunità palestinese di Roma e del Lazio aveva invitato lo scrittore e giornalista Ahmad Rafiq Awad che ad Editoriaraba ha espresso la volontà di continuare a ricordare al mondo che il popolo palestinese esiste e resiste ancora.

Forse qualcuno si chiederà perché sia necessario ricordarsi dell’esistenza di un popolo.

Perché la Nakba, come dice anche Simone Sibilio nel suo libro, non è finita nel 1948. La Nakba esiste ancora oggi. Da 65 anni in Palestina sono in atto pratiche di cancellazione di un popolo, della sua identità e della sua memoria storica e culturale per sovrapporne un’altra, quella dominante. Dal ’48 la vita e la memoria dei palestinesi sono state declinate nel senso dell’instabilità: dispersione, deterritorializzazione, campi profughi, esilio, diaspora, cancellazione del paesaggio, distruzione degli archivi, dei villaggi, sovrascrizione dei nomi. Molto è andato perso, molto è stato distrutto, molti palestinesi hanno voluto dimenticare e non parlarne più. Non tutti però.

Tutto ciò che non è andato perduto si è conservato nella memoria culturale, ovvero in una memoria immediata e collettiva, che traduce la memoria vivente dei testimoni e trasmette l’esperienza alle generazioni future. Questa memoria interviene per raccontare gli eventi traumatici che non sono più esperibili o ricostituibili quando il trauma è stato così forte da sopraffare l’uomo.

Ed ecco quindi spiegato il titolo e l’obiettivo di questo libro, importante e ambizioso: indagare la produzione culturale palestinese legata al ricordo traumatico della Nakba.

Le opere di poesia e di prosa selezionate dall’autore testimoniano come il ruolo della letteratura sia quello di servire da strumento per recuperare le tracce di un passato traumatico, attraverso elementi e simboli che riattivano il ricordo e confermano la presenza palestinese su un territorio da cui si è voluta eliminare ogni traccia di presenza.

Hanno quindi una funziona positiva: recuperano il passato per consegnarlo al futuro senza renderlo patologico.

Ecco perché i temi portanti del libro sono due binomi: oblio/memoria, presenza/assenza: si scrive e si lotta per tenere viva le memoria e non fare che la minaccia dell’oblio si conretizzi, ma anche per ricordare al mondo che il popolo palestinese non è fatto di assenti, come si è voluto raccontare, ma di presenti, oggi e domani.

La letteratura quindi sfida l’oblio della storia. È pericolosa perché racconta ciò che la storia ufficiale tace o ha cercato di nascondere.

Il saggio di Sibilio è un testo di critica letteraria, ma è anche un invito a rileggere i testi di Darwish, Habibi, Natur, Kanafani, Zaqtan, Nasrallah, e dei tanti altri poeti e scrittori citati, sotto un’altra lente: quella del recupero della memoria. E sono sicura che il lettore, rileggendo le parole di questi autori, guidato dall’analisi di Sibilio, non potrà che chiudere il libro sentendosi molto più consapevole e partecipe di quando l’aveva aperto.

Chiudo questo post con un brano tratto da Una memoria per l’oblio di Mahmoud Darwish (a cui tra l’altro il libro di Sibilio è dedicato) che parla dell’odore del caffè. Come dice Sibilio nel libro: “[il caffè per Darwish] è un luogo, un simbolo di una memoria che si affranca dalle inquietudini del presente e indica la via del ritorno”:

L’odore del caffè è un ritorno, un essere ricondotti alle origini, poiché deriva dall’essenza del luogo d’origine; è un viaggio, iniziato da migliaia di anni, che continua a ripetersi. Il caffè è un luogo. Il caffè: pori che fanno traspirare l’interno verso l’esterno. Una pausa che unisce ciò che solo lui può unire: l’odore del caffè. Il caffè è il contrario dello svezzamento: è una mammella che allatta gli uomini da lontano. È un mattino generato da un sapore amaro, latte di virilità. Il caffè è geografia.

A Roma il libro è acquistabile da Griot. Chi non fosse a Roma, può contattare l’editore all’email: info@edizioniq.it. La prossima presentazione si terrà a Napoli il 30 giugno al Caffè arabo di piazza Bellini.

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