venerdì 21 marzo 2014

"Noi ancora una volta" di Marie Thérèse Taylor

Giovedì, 20 Marzo 2014 Adele Maddonni

Cinque amiche alla soglia dei cinquant’anni che si conoscono dai tempi del liceo; un appuntamento fisso per ritrovarsi ogni anno, lo stesso giorno nello stesso posto, a Roma, per raccontarsi cosa sta succedendo nelle loro vite; un incidente che impedisce a una di loro di partecipare alla riunione e la costringe a letto in coma; l’idea delle altre quattro di stimolarne il risveglio riunendosi tutte al suo capezzale raccontandole storie e facendole ascoltare musica. Questi sono gli ingredienti del divertente esperimento letterario di Marie Thérèse Taylor, una sorta di Decameron contemporaneo, tutto al femminile, che si snoda attraverso un prologo, quattro giornate di racconti e un epilogo, intervallando storie e musica, intrecciando il piano della cornice narrativa e quello dei racconti che animano le varie giornate.

Marie Thérèse, Francesca, Angelica, Roberta e Margherita sono amiche fin dai tempi del liceo, i fantastici anni Settanta in cui hanno condiviso sogni, speranze, ideali, desideri di emancipazione femminile e lotte politiche. Ormai prossime al traguardo dei cinquant’anni, divise inevitabilmente dal percorso che la vita di ognuna ha intrapreso, continuano comunque ad incontrarsi ogni anno, lo stesso giorno nello stesso posto, il Caffè Trombetta a Roma, per condividere le loro storie, raccontarsi quello che succede, le novità. Quando vengono avvertite che Margherita ha avuto un grave incidente e si trova in coma, le altre si precipitano in ospedale al suo capezzale e su consiglio del dottore, cercano di stimolare l’amica a risvegliarsi, parlandole e facendole ascoltare musica nelle ore notturne, quando non potranno essere presenti.

Marie Thérèse, scrittrice, propone alle amiche di dare vita ad una sorta di Decameron, in cui ognuna di loro dirigerà una giornata, scegliendo un tema su cui saranno incentrate le storie che a turno ciascuna racconterà. La musica sarà un ulteriore stimolo e farà da supporto, come una sorta di colonna sonora, ai racconti che animeranno le varie giornate. 

La recensione integrale su Saltinaria.it

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