lunedì 15 giugno 2015

“La triomphante” di Teresa Cremisi

Ilaria Guidantoni Domenica, 14 Giugno 2015

La Triomphante, primo romanzo di Teresa Cremisi, la più francese delle editrici italiane – proprietaria di Flammarion (editrice tra l’altro di Michel Houellebecq) che si è dimessa ai primi di giugno dalle sue funzioni - è la sua biografia scritta con uno stile fluido e allo stesso tempo prezioso, ricco, lirico e pieno di suggestione che risente l’esperienza di lettrice colta e attenta al sentire mediterraneo. D’altronde il suo viaggio parte da Alessandria d’Egitto, attraversa più volte il mare per arrivare in Europa, nella Francia mediterranea e in Italia; fino a stabilirsi a Milano che vive da adolescente e giovane, lasciando le violenze della sua patria per incontrare poi le rivolte del ’68.

E ancora il suo viaggio proseguirà in Francia per seguire un amore, il marito italiano Giacomo, con una viaggio di ritorno in Egitto che sarà solo un passaggio. Un girovagare dell’anima e una metafora ben illustrata sul tema della lingua e della parola, quale visione del mondo. Ogni volta cambiare parametro, stile di vita, un processo non scontato stimolante quanto faticoso. Un viaggio con tante gioie che lascia alla fine la malinconia di aver lasciato poca traccia di sé, una considerazione sull’essere effimero della vita eppure la consapevolezza almeno di aver guardato a lungo il mondo e di essersene certo nutrita a giudicare dal figlio di carta che ci lascia. In effetti il tema dei figli non viene mai fuori, nemmeno per sbaglio, e ci si chiede perché non ne parli almeno con il lettore, lei così legata ai propri genitori anche se poi scopre tardivamente una verità amara e parallela a quella dell’uomo che sposerà; donna sposata che riflette su tanti aspetti della vita...ma tace sulla vita stessa. Le ragioni del titolo si capiranno solo alla fine, la Triomphante è il nome di una corvetta, di un’imbarcazione da guerra del XIX secolo, ritratta e amata da un pittore che incontra sui cinquant’anni in un momento difficile, che come le dice un’amica segna la fine della giovinezza mentre almeno i sessant’anni sono la giovinezza della vecchiaia.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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