mercoledì 27 maggio 2015

"Oltre la strada" di Francesca Bresciani e Tommaso Cazzaniga

Ilaria Guidantoni Martedì, 26 Maggio 2015

Un diario di viaggio, un manuale informale per viaggiare in moto in due, un diario semplicemente e prima di tutto il diario di Francesca, vera autrice di questo libro a quattro mani e viaggio a due su due ruote. E’ lo sguardo di Francesca Bresciani, fresco, entusiasta, con un tocco di ingenuità giovanile e molta saggezza, passeggero che guarda la strada e voce del libro. Ne esce una storia d’amore raccontata con una spontaneità che disorienta, con grande semplicità e un’aria di giovinezza e fiducia nella vita.

Il libro è anche il racconto di un viaggio vissuto come un assaggio, una prova e una verifica per provare ad essere compagni di viaggio e di vita; il viaggio sognato e interrotto violentemente per un incidente; e ancora il viaggio consolatorio, di evasione; ma soprattutto il viaggio della vita, quello Oltre la strada che da il titolo al libro e diventa uno slogan che assomiglia ad una visione esistenziale e un viaggio che attende sempre una nuova partenza come ogni relazione. Francesca e Tommaso si incontrano perché il viaggio della vita è soprattutto un incontro con gli altri prima che di luoghi e monumenti e partono da punti distanti su una mappa immaginaria all’inizio senza strada. La strada la tracceranno insieme per raggiungersi e poi per proseguire uniti. Tommaso lavora in una multinazionale, forse un po’ cinico, disincantato, orientato al profitto e con un approccio pratico alla vita; ancora, con una grande passione per la moto e due genitori amorevoli, spaventati al contrario della vita che lo avrebbero voluto trattenere nel nido. Francesca è determinata con un profilo di studi alto, l’entusiasmo di chi è innamorato e sprovveduto della vita – lei stessa si racconta e racconta Tommaso nel libro – attiva nelle ONG e nel volontariato con dei genitori, a loro volta spericolati e un padre che preoccupato per la figlia, che giovane vuole andare in missione in Afganistan, decide di seguirla e si mette al suo fianco.

Dopo una serie di “peripezie” e un gioco a rincorrersi per il mondo, i due ragazzi cominciano a frequentarsi e piano piano smussano incredibilmente i propri spigoli finché il realismo che Francesca ha acquisito incontra il cuore di Tommaso che nel frattempo ha deciso di fare volontariato in Costa Rica.

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"Skopje Macedonia e dintorni" di Basilio Buffoni

Ilaria Guidantoni Domenica, 24 Maggio 2015

E’ l’oggetto del libro a colpire, la Macedonia, un mondo sconosciuto ai più che per il mondo anche relativamente vicino resta ancorato ad un lontano e indefinito passato, quello di Alessandro il Macedone e Filippo, confuso con la Grecia e assimilato ad un’insalata di frutta. Un’occasione per riflettere sul fatto che ogni luogo della terra merita di essere visitato, non una guida turistica, non un saggio storico, quanto un cahier de voyage di un curioso, non uno scrittore che si è trovato a vivere quella terra, piccola, densa di storia: un mosaico di popoli e frontiere. Pregevoli i disegni a volte più simili a cartine e illustrazioni grafiche didascaliche, a volte semplici suggestioni emozionali e, altre ancora, istantanee di un luogo che pochi visitano. Interessante l’inizio per la storia in pillole di questo paese che tardi ha raggiunto la propria indipendenza e costituzione e l’epilogo che racconta la storia recente, aneddoti e il gusto della lingua italiana.

La Macedonia forse non era mai stata fatta oggetto di un libro, fuori dai suoi piccoli e tortuosi confini. L’autore l’assapora e si intuisce che ha il grande piacere della condivisione. Leggendone le pagine si ha l’impressione che durante il viaggio parlasse mentalmente con il suo possibile interlocutore e prendesse appunti e tracciasse disegni per raccontarla. E’ una terra percorsa in macchina con dovizia di particolari e itinerari alternativi nei quali talora, a dire il vero ci si perde un po’. E’ la minuzia la cifra del libro forse perché l’interesse per la Macedonia può nascere solo in chi è attento al particolare, chi non si aspetta emozioni travolgenti, chi ama scoprire dettagli e monumenti non noti ai più, ascoltare storie di personaggi che nella quasi totalità non finiscono nella storia. Anche i brani letterari, poesie e stralci inseriti nel libro sono di autori che probabilmente fuori dai confini nazionali nessuno conosce.

Oggi è sorprendente che qualcuno si prenda la briga di porre l’attenzione su un angolo di mondo che non va di moda – tra l’altro i proventi dell’autore andranno a Todo Cambia, associazione interculturale antirazzista di Milano - e trovare uno spazio che ancora non è stato conquistato dai media. Per certi aspetti mi ricorda Viaggio in Portogallo di Josè Saramago con quella ricerca al microscopio di luoghi mai sentiti e neppure immaginati che l’autore vive con la naturalezza della quotidianità.

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venerdì 22 maggio 2015

“L’escargot entêté” di Rachid Boudjedra

Ilaria Guidantoni, 18 Maggio 2015

Sono incappata in questo romanzo cercando altre opere di argomento algerino e di lingua francese, finché decisa a leggere qualcosa in questo ambito ho scelto uno scrittore che non conoscevo, citato da Jean Sénac sul quale sto lavorando, scomparso in modo violento e prematuro nel 1973. Il romanzo, del quale non ho trovato traduzione italiana, è ambientato in una città del nord Africa che per chi conosce Camus e soprattutto La peste è evocativa di Orano, sarà forse l’associazione con un’invasione di topi.

La vicenda ricorda per molti aspetti l’ambientazione di certi scritti algerini di Camus, quel senso di straniamento, quasi di indifferenza e insieme una forte, talora assurda, dedizione al lavoro e alla propria professionalità dove l’amoralità diventa valore, superando il senso etico comune. Insieme c’è un diffuso senso di solitudine, un linguaggio asciutto, una prosa a tratti scabri, una vicenda minimalista che se non forse per com’è raccontata, sarebbe un’assoluta banalità. Eppure è proprio la cronaca di vite scialbe che riescono a diventare arte la cifra caratteristica di questi scrittori, la cui prosa acuta riesce ad impennarsi improvvisamente in spazi lirici, un francese che respira la sonorità del sud e una cultura raffinata che si insinua, improvvisamente e imprevista, nelle pieghe di una quotidiana medietà.

La storia narra le vicende di un funzionario cinquantenne, scapolo, solo con un’ossessione e una passione o forse entrambe ossessioni e passioni ad un tempo: la caccia ai topi e la scrittura. La seconda prende avvio proprio dallo zelo di confezionare report sulla sua attività per il comune. Un impiegato stimato che, ossessionato dallo sterminio dei ratti che hanno costruito una sorta di città sotterranea, comincia ad esserne affascinato, ammirandone l’abilità e la pazienza delle femmine che allattano fino a dieci piccoli per volta.

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martedì 19 maggio 2015

"Noces suivi de L’été" di Albert Camus

Ilaria Guidantoni, 10 Maggio 2015

Il Camus “romanziere”, poeta in prosa nella sua Algeria, il lato meno letto e meno conosciuto ma a mio parere il più suggestivo che non può esistere senza l’altro. Il libro raccoglie i testi pubblicati tra il 1936 e 1937, Nozze e poi ripubblicati in un numero esiguo di copie ad Algeri nel 1938 da Edmond Charlot, senza modifiche e L’estate del 1954. Sono testi di struggente bellezza, per la scrittura sublime, iconopoietica, di struggente sensibilità, classica nel senso più alto del termine. Sono anche dei cahiers di viaggio, dei documenti di luoghi lontani e affreschi di un mondo che non esiste più, scritti in un francese impeccabile, che fremono di sentimenti, di analisi sensoriali eppure non romantici nel senso più ingenuo del termine, quanto innamorati della scrittura e di quella patria del cuore che per Camus fu l’Algeria.

Difficilmente classificabili, non essendo romanzi in senso stretto, senza una storia e una struttura romanzesca, né pagine di un diario, né saggi ma scritti in prosa, liberi, fuori da un’etichetta come difficilmente etichettabile fu Camus, anche se annoverato tra gli esponenti dell’Esistenzialismo. Ci sono pagine di grande suggestione e ricche a loro modo di informazioni anche se non date in modo mirato e spiegato dedicate ad Algeri che è la città soprattutto delle estati per il Premio Nobel della letteratura nel 1957, la città del mare con la sua baia arrampicata sul Mediterraneo, la cui dolcezza gli appare italiana; ad Orano la sua città, selvaggia “negra”, spagnola, che è la città delle pietre; e ancora Costantina che gli fa pensare a Toledo o Tipasa con le sue rovine.

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giovedì 14 maggio 2015

"Corrispondenze mediterranee" 13 maggio 2015 libreria L'Argonauta - Roma

con Diego Zandel, giornalista, scrittore
e direttore della collana Letture dal Mondo di Oltre Edizioni





Con Filippo Gili, attore e regista




con con Diego Zandel e Paolo Paganetto, Editore di Oltre Edizioni


"Il canto dell'upupa" di Francesco Pilieci



Dalla grande rete di Facebook ci arriva la segnalazione di una persona che non si definisce uno scrittore ma un appassionato di scrittura...

Il canto dell'upupa Lettere, cartoline, pensierini, citazioni e favolette
di Francesco Pilieci 

venerdì 8 maggio 2015

Mercoledì 13 maggio 2015 "Corrispondenze mediterranee" - Libreria L’Argonauta Roma

5 maggio 2015 RTCI a Tunisi


Ai microfoni di RTCI a Tunisi insieme al conduttore del programma in lingua italiana, Mourad Ayari il 5 maggio 2015

Corrispondenze mediterranee. Viaggio nel sale e nel vento (Oltre Edizioni) in anteprima.

lunedì 4 maggio 2015

A Milano, nel segno della poesia

Davide Rondoni
4 maggio 2015
h 19.30
La Poesia e La Fontana

un progetto di Davide Rondoni e Laura Piazza
Da dove scaturisce, durante tutta la storia umana, la voce che diviene poesia in varie forme e stili e ritmi? Come una fonte che apparentemente coperta da altre voci o chiacchiere continua a parlare dell’essenziale che inquieta, attrae e movimenta la vita umana. La fontana che è divenuta teatro ora si fa spazio per incontri di poesia. Conversazioni, brindisi, scoperte. Dopo gli omaggi a Mario Luzi e Dino Campana, il prossimo incontro sarà dedicato a Clemente Rebora. Ospite Gianfranco Lauretano, autore di Incontri con Clemente Rebora. La poesia scoperta nei luoghi che le hanno dato vita (Rizzoli, 2013).

TERZO APPUNTAMENTO

La parola senza bacio/lascia più sole le labbra

Omaggio a Clemente Rebora

interventi e letture di

Gianfranco Lauretano

Davide Rondoni
Laura Piazza

Laura Piazza



con un brindisi in versi di

Lorenzo Babini

Corrado Benigni

Giorgia Citti D'Amanzo

Tommaso Di Dio

Davide Ferrari

Lucrezia Lerro

Menotti Lerro

Massimo Mandorlo

vino e aperitivo offerto da ​AngoloMilano

INGRESSO LIBERO

Teatro Sala Fontana - Via G. A. Boltraffio, 21 - 20159 MILANO
0269015733 - fontana.teatro@elsinor.net - www.teatrosalafontana.it


Davide Rondoni
Forlì 1964, ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra i quali Apocalisse amore, Mondadori 2008, Avrebbe amato chiunque, Guanda 2003, Compianto, vita, Marietti 2001 e Il bar del tempo, Guanda 1999, Rimbambimenti, Raffaelli 2010, Si tira avanti solo con lo schianto, Whyfly 2013, con i quali ha vinto alcuni dei maggiori premi di poesia. E’ tradotto in vari paesi in volume e rivista. Collabora a programmi di poesia in tv (Rai e tv2000) e ad alcuni quotidiani come editorialista. Ha fondato e dirige Il centro di poesia contemporanea dell'Università di Bologna e la rivista clanDestino. Suoi recenti volumi di saggi sono Nell’arte vivendo, prose e versi su arte e artisti, Marietti 2012, Contro la letteratura, Saggiatore 2011, sull'insegnamento a scuola, Il fuoco della poesia, Rizzoli 2008, Non una vita soltanto, Marietti 2001. Dirige le collane di poesia per Marietti e di ebook poesia per Subway edizioni. E' autore di teatro e di traduzioni da Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri. Ha partecipato a festival internazionali di poesia in molti paesi. In prosa ha pubblicato Gesù, un racconto sempre nuovo, Piemme 2013, Hermann, Rizzoli 2010, I santi scemi, Guaraldi 2003, Tiene corsi di poesia presso alcune Università.

Laura Piazza
Siracusa 1985, è dottore di ricerca in Italianistica e collabora con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania in qualità di cultrice di Discipline dello Spettacolo. Partita da interessi filologici (Dino Campana), si occupa adesso di questioni specificamente teatrali. Ha pubblicato diversi saggi sulle origini dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (e, più generale, sul fenomeno del Teatro all’Aperto tra Otto e Novecento) e sulla teoria della parola di Orazio Costa. Nel 2012 pubblica per Il Melangolo Il gesto, la parola, il rito. Il teatro di Mario Luzi. Sempre nel 2012 si diploma attrice all’Accademia d’Arte del Dramma Antico presso la Fondazione INDA, diretta da F. Balestra. Ha lavorato con Giorgio Albertazzi, Mauro Avogadro, Fernando Balestra, Emiliano Bronzino, Antonio Calenda, Monica Conti, Luca De Fusco, Claudio Longhi, Alessandro Maggi, Carmelo Rifici, Roberta Torre, Roberto Trifirò. Ha seguito seminari e laboratori con Krystian Lupa (Biennale di Venezia, 2013), Carmelo Rifici (2013), Eleonora Danco (2012), Jean-Paul Denizon (2009).