domenica 18 settembre 2016



“La morte dei fiori, la morte dei poeti” di Fabrizio Catalano

Scritto da  Fabrizio Catalano Domenica, 18 Settembre 2016 
“La morte dei fiori, la morte dei poeti” di Fabrizio Catalano
Fin dalla mia più tenera infanzia, ho avuto davanti agli occhi un ritratto del poeta belga Émile Verhaeren: un piccolo pastello celeste, opera di Maximilien Luce, incorniciato accanto alla porta che, nella casa dei miei nonni materni, dall’ingresso, si apriva sul corridoio. La guancia appoggiata sulla mano possente, gli occhi socchiusi, i lunghi baffi spioventi e barbari: forse, i più maestosi della storia della letteratura. Era una delle tante figure, provenienti dal passato e dalla passione, che, in quella casa, mute, sono state testimoni della mia infanzia: con lui, Stendhal, Voltaire, Hugo, France, Gide, Apollinaire, Pirandello, Tolstoj e tanti altri. Volti e corpi – disegni, dipinti, fotografie o stampe – al contempo familiari e misteriosi. Allora, infatti, di loro non sapevo nulla…
Verhaeren è stato, insieme a Georges Rodenbach, autore del romanzo Bruges la morta (recensito di recente su SaltinAria.it da Ilaria Guidantoni), il primo letterato belga ad imporsi sulla scena europea ed internazionale. 
Per chi volesse leggere l'articolo integralmente: http://www.saltinaria.it/saltinaria-blog/blog/la-morte-dei-fiori-la-morte-dei-poeti-di-fabrizio-catalano.html

Nessun commento:

Posta un commento