sabato 25 febbraio 2012

Mamma non si nasce


Diario semiserio di una donna che scopre come si diventa mamma

di Serena Sabella

E’ curioso come sia arrivata a leggere questo libro che dimostra quanto l’informazione circoli in rete. Quest’estate ho ricevuto un sms dall’autrice alla quale aveva lasciato i miei recapiti una mia amica leccese, Alessandra Pizzi, ospite in molti articoli di queste pagine e in diverse foto, organizzatrice di eventi culturali ed in particolare letterari. Lo spunto è stato il concorso letterario che io ho aperto su questo blog “La maternità tra incubo e sogno – la maternità importa e la maternità negata”, nato a sua volta dal mio racconto “Buonanotte ‘Aycha”. Un viaggio lungo e suggestivo, finché ho ricevuto il libro di Serena., giovane scrittrice salentina, sposata a 21 anni e poi in pochi anni due volte mamma, bismamma come recita il suo blog. Fin dalla lettura delle poche righe di biografia – devo ammettere – ho provato un certo sconcerto, piacevole: mi è sembrata una storia singolare al giorno d’oggi. Nella mia vita non avevo ancora conosciuto una ragazza sposata così giovane. E’ il sogno che avevo sempre avuto, battere mia mamma di un anno. Chissà poi perché. In effetti ero ancora in una fase di dialogo competitivo con il femminile e a dire il vero non mi ha tuttora del tutto abbandonata. La sorpresa si è rivelata maggiore quando Serena si è svelata un’autrice pop, fin dalla copertina accattivante, con un linguaggio vicino, direi adesivo, rispetto al mondo Internet e della comunicazione via messaggi. Forse questo contrasta con il mio immaginario di mamma giovane, regolarmente sposata. Improvvisamente mi sono sentita come un’anziana professoressa di lettere, di fronte allo scritto di un’adolescente. Ho sentito nella separazione di poco più di dieci anni, il corso di un’intera generazione. Il libro anche negli inserti, le cosiddette “Pillole rosa”, ovvero consigli sulla maternità e dintorni, è sempre spumeggiante, immediato, con un tono colloquiale che a me appare singolare perfino da usare con se stessi. Malgrado l’ansia confessata in ogni fase sul’argomento figli, ha un singolare tono scanzonato nel vivere la vita e certamente una buona dose di autoironia. Si finisce per ridere perfino nelle situazioni più critiche per la nostra protagonista. Emerge il senso di pienezza, di appagamento generato dalla maternità, malgrado l’estenuante fatica del quotidiano, e il fatto che l’idillio dipinto a tinte pastello sia molto lontano dal reale. Solo che è la nostra vocazione più intima e non se ne può fare a meno, sia essa innata o acquisita, alla fine poco importa. “Mamma non si nasce”, dichiara infatti Serena eppure a me sembra che lei lo sia stata da sempre, anche se rifiutando l’idea di essere quasi destinata dal mondo a questa missione, salvifica per altro del genere umano, in quanto femmina. Una donna che ad appena 21 anni, dopo un mese e mezzo di matrimonio, sente forte la spinta al desiderio di un figlio, la definirei una supermamma, con tanto coraggio. Il problema è semmai disattendere le aspettative altrui o non ricevere dagli altri il supporto che si desidera. Emerge nelle pagine la differenza uomo-donna, nel senso pratico e spicciolo da una parte; romantico e ansioso, dall’altra. Certo è che IlMaritoIdeale, come Serena chiama il proprio, mi sembra davvero tale e di singolare maturità. Altro tema scottante, nel quale mi sento visceralmente vicina, la distanza dei medici dall’unicum del nostro sentire quando si tocca la sfera dell’intimità, dalla loro indelicatezza, alla trascuratezza del pudore e così via. Infine, ripenso al titolo. Mi aveva completamente sviata e avrei immaginato un libro totalmente diversa, una donna adulta che non si è mai sentita mamma e lo scopre a poco a poco. Ma questa è un’altra storia. Serena ci dice semplicemente che il sentimento materno, ancorché ancestrale, è comunque un sentimento umano, con tutte le incertezze e le fragilità per cui non basta fidarsi del proprio istinto. Anche i sentimenti d’altronde vanno educati e coltivati.

Mamma non si nasce
Serena Sabella
red!
10 euro

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