sabato 25 febbraio 2012

Viaggio di nozze a Teheran


di Azadeh Moaveni

Un romanzo autobiografico, anzi una biografia che ha il sapore e lo stile del romanzo. Azadeh ha un cuore iraniano ma è nata in California e la sua vita è una dialettica tra il mondo delle origini, più persiano che iraniano, come il suo nome e l’adesione all’Occidente più avanzato. Un’ambivalenza che ha la ricchezza delle contraddizioni ma anche la lacerazione della dialettica tra mondi molto diversi, quando l’autenticità dei due poli impedisce di sacrificarne uno. Così è in fondo la sua famiglia, a cominciare da sua madre che ha chiesto il divorzio, che è indipendente ma per certi aspetti profondamente legata al paese di origine così come lo ricorda e al contrario il padre che non vuole più tornare in Iran perché spaventato. Questa duplicità la ritrova anche nell’amore, Ashar, persiano che ha vissuto in Germania. La protagonista, giornalista impegnata, sceglie di occuparsi di Medioriente ma vivendo nella parte più internazionale, in Libano, dove lei stessa racconta che al di fuori degli impegni professionali passava i pomeriggi tra aperitivi e lezioni di pilates. Alla vigilia delle elezioni che portarono al potere Ahmadinejad si reca in Iran e da lì inizia una nuova vita. Incontrerà l’uomo che sposerà e dal quale avrà un figlio, che condivide con lei amore, passione e impegno civile. Gli episodi diventano escamotage per raccontare le contraddizioni e le difficoltà della storia attuale del paese, la negazione della libertà, l’invadenza dello stato che tracima nel privato: nel modo di vestirsi, nella ricerca di un ginecologo, nell’attenzione a tener nascosta una gravidanza perché non si è sposati, nell’impossibilità di informarsi sul tumore al seno che colpisce la madre di Azadeh perché una serie di parole che ad esempio interessano le parte del corpo sono censurate in Internet. Emerge così la tensione che porta la protagonista a non poter rinunciare al proprio lavoro ma a combattere con l’impossibilità a rassegnarsi, a farsi schiacciare dal regime, fino alla paura che paralizza ogni energia e la scelta di lasciare il paese per la Germania, quasi una fuga. Sarà così la volta della scoperta forse più dolorosa: non è vero che la libertà è tutto. L’amore e il calore della famiglia, di una comunità a volte sono molto consolatori e così ad un certo momento la protagonista tornerà con il proprio bambino per far visita alla famiglia del marito. Sembra scontato ma autentico pensare che il paradiso non sia di questa terra. La chiusura è delicata e struggente: la vita non può essere per un’occidentale un ripiegamento nella cultura del passato ma può attingere nutrimento dall’inesauribile ricchezza del sapere, così come Azadeh rilegge le fiabe persiane e pensa con tristezza al fatto che una civiltà grandiosa come la Persia sia stata sepolta ma nello stesso tempo con fiducia immagina che prima o poi un popolo che è stato capace di far emozionare dopo secoli e secoli generazioni rialzerà la testa. Un testo ricco, pieno di spunti e anche di facile lettura, che riassume decenni di storia attuale, forse solo un po’ troppo pieno di dettagli e di storie parallele.

Viaggio di Nozze a Teheran
Azadeh Moaveni
Newton Compton Editori
6,90 euro

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