Ilaria Guidantoni, 21 Aprile 2015
Libro inaugurale della collana Altriarabi migrante
Pubblicato con il patrocinio di Amnesty International
Un graphic novel che con semplicità e immediatezza ricostruisce la storia dell’immigrazione maghrebina dal 1950 ad oggi, con un’attenzione centrata sulla popolazione algerina. Sullo sfondo la Guerra d’Algeria o la Guerra d’Indipendenza a seconda che ci si trovi sulla costa nord o sud del Mediterraneo. Una formula originale, amara, commovente e a tratti gustosa che ricostruisce il popolo e la vita delle banlieue soprattutto a Parigi e a Lione nonché il viaggio simbolo in nave da Algeri a Marsiglia per proseguire in treno verso il Nord della Francia. Quella traversata che racconta separazione e insieme commistione profonda tra persone, soprattutto i figli, che non hanno scelto la Francia – magari l’hanno sognata – per i quali non è facile vivere a cavallo tra due mondi.
Diviso in tre grandi capitoli, i padri, le madri e i figli, è ispirato al giornalismo investigativo, attraverso il quale Jérôme Ruillier – con studi all’Institut d’Arts Décoratifs di Strasburgo - racconta di una complessa tessitura di rapporti che i tanti “Mohamed” hanno mantenuto con il paese d’origine e con quello d’accoglienza. Basato su Mémoires d’immigrés, il best-seller di Yamina Benguigui, il graphic novel “Se ti chiami Mohamed” ha ottenuto nel 2012 il dBD Award per il miglior fumetto reportage e cita la fonte con un éscamotage narrativo gustoso. Immediato ed emotivo il tratto dello stesso autore, in bianco e nero, semplice, essenziale ma non ingenuo né ammiccante, rende dinamico il racconto di un popolo le cui sembianze sono antropomorfe se non sembrasse strano a dirsi. Forse è anche la condizione di esseri umani schiavi due volte, nel loro paese di origine dove per troppo tempo hanno imperato i coloni e, una volta in Francia, dei francesi de souche. Sono racconti forti soprattutto sguardi di bambini troppo adulti che aiutano in modo semplice quanto efficace e documentato a capire le ragioni del disagio, la rabbia di un popolo martoriato come si evince dalla storia di una ragazza che ad un certo punto preferisce tornare in Algeria e lasciare i genitori in Francia, senonché sono gli anni del terrorismo e nel suo paese si trova a lottare contro gli integralisti per cui prende la decisione di rientrare in Europa.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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