martedì 15 aprile 2014

“Dalla parola al SILENZIO” Di John Main - Via semplice alla meditazione

Lunedì, 14 Aprile 2014 Ilaria Guidantoni

Un libro insolito per credenti e non, perché introduce ad un mondo affascinante quanto misterioso, la meditazione. Si tratta di una pratica che da un po’ di tempo mi incuriosisce e leggendo questo testo, breve ed estremamente lineare, che introduce senza diventare una guida alla meditazione – niente a che vedere con i cervellotici “Esercizi spirituali” di Sant’Ignazio di Loyola – conferma la mia sensazione della difficoltà dell’uomo contemporaneo a concentrarsi, disperso tra mille rivoli, bombardato dal mondo, poliedrico e simultaneo fino alla dissociazione. E’ intanto una rieducazione alla vita, al rispetto di sé e quindi degli altri, un esercizio primariamente fisico, poi di riequilibrio psicologico, quindi spirituale, infine religioso.

La meditazione cristiana ha la finalità di ricongiungere il singolo, l’individualità irripetibile, a Dio e all’umanità, attraverso una rinuncia a se stessi; non un rinnegarsi o una fuga da sé, al contrario una riappropriazione profonda, un ‘conosci te stesso’ socratico depurato dall’elemento meramente mentale e conoscitivo, per essere comunione spirituale.

John Main (1926-1982) è un monaco benedettino che ha prestato la sua opera a lungo in Estremo Oriente, del quale conosce bene la spiritualità, fondando poi tra l’altro il Priorato Benedettino di Montreal e dando vita ad una comunità spirituale diffusa in tutto il mondo. La regola base è il silenzio quale strumento di ascolto e accoglienza, rispetto alla parola che mi fa venire in mente quella radice del Logos greco, atrofizzato nella storia della cultura moderna. La prima nota che colpisce è che il messaggio della meditazione non è per eletti, o religiosi, o istradati sulla via della fede, ma per tutti ed è di estrema semplicità, pratico e autentico. Si tratta di un percorso nel quale ciascuno deve trovare la propria modulazione di frequenza compiendo un viaggio alla stregua di un pellegrinaggio. Mi ha colpito l’idea che la meditazione sia un percorso corale di corrispondenza ed empatia quanto però individuale e in qualche modo insindacabile nel quale l’io è insostituibile. La meditazione ha un aspetto molto semplice e di armonia fisica: essere in un luogo tranquillo, in una posizione comoda, seduti ma con la colonna vertebrale dritta, sebbene non contratta, respirare in modo naturale con gli occhi chiusi. Il fondamento è la ripetizione, o mantra, che nel caso cristiano è ma-ra-na-tha, scansione sillabata e silenziosa di una parola aramaica che significa “Signore vieni con noi” e che per altro fonda idealmente tutti i tipi di meditazione.

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