venerdì 10 aprile 2015

“Essere Bob Lang” di Diego Zandel

Ilaria Guidantoni, 02 Aprile 2015

Istruzioni per l’uso…per scrivere un romanzo. Romanzo nel romanzo; romanzo sull’arte di scrivere un romanzo, ma soprattutto un romanzo con l’escamotage della scrittura che diventa un noir. Diego Zandel dimostra in questo libro singolare la sua consapevolezza e amore per l’arte della narrazione così come la capacità e la vocazione di essere a sua volta scrittore, romanziere, affabulatore e autore di racconti. Il testo cresce su se stesso, al di sopra delle aspettative iniziali perché le istruzioni diminuiscono con il passare delle pagine semplicemente per realizzarsi; finché accade l’inaspettato che è il cuore del romanzo: finzione e realtà si intrecciano, si sovrappongono e si confondono dimostrando quello che uno scrittore consiglia ad un impiegato di banca che sogna di diventare autore: nella vita succedono cose incredibili, ma nel romanzo tutto deve essere credibile anche se la vita supera la fantasia, la scrittura per immaginazione.
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Il titolo ci dice in modo romanzato il cuore del libro, l’obiettivo del romanzo e il sogno del protagonista, Marco, un impiegato di banca un po’ frustrato e con una vita tranquilla, troppo tranquilla con l’unica donna della sua vita, un figlio dal nome che è un diminutivo in tutti i sensi di un suo scrittore di culto e una suocera troppo opprimente. Insoddisfatto del lavoro, della sua vita sentimentale, ossessionato dal fantasma della madre greca, amata, ammirata quanto “temuta” e troppo interiorizzata per la sua rigorosa etica cristiana, pudica, sogna di diventare scrittore. Una passione e una voglia di fuga che sente crescere dentro e alle quali la moglie non dà un grande peso.
Il romanzo alterna, dapprima, i due piani fino ad avvicinarli così tanto da farli entrare in collisione, per intrecciarli, sovrapporli e confonderli fino alla sorpresa privata e al rischio di vivere la vita del proprio personaggio.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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