martedì 11 febbraio 2014

"La manutenzione della meraviglia". Diari e scritture di viaggio di Tiziana Colusso

Lunedì, 10 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Un incontro durante un viaggio in treno, un segnale del karma di giornaliste e scrittrici viaggiatrici: ci siamo conosciute pochi anni fa con Tiziana, in libreria, alla presentazione di un libro che narrava di viaggi in qualche modo, non perché l’autore di spostava di chilometri nelle sue pagine, ma perché attraversava il mondo con le sue diverse lingue e culture, un chiasmo simbolico di incontri. Si trattava dello scrittore pakistano residente a Londra Aamer Hussein, citato anche ne “La manutenzione della meraviglia”.

L’autrice stessa spiega titolo e copertina e il senso è tutto lì, in quella citazione de’”L’arte della manutenzione della motocicletta”, letto in giovane età, del principio zen della conservazione dello stupore per la vita, per le piccole cose e il valore della meditazione; per Tiziana della meditazione buddista alla quale allude una monaca che stende un bucato singolare al sole, i cuscini monocromi del tempio: siamo nel sud della Francia, un episodio narrato nel libro. La fotografia è stata scattata nel 2009 a Plum Village, il ritiro del maestro buddista vietnamita Thich Nhat Hanh. C’è nel libro, le cui pagine scorrono con il flusso e il ritmo di un viaggio che trascina, ma potrebbero essere altresì righe sulle quali soffermarsi a lungo, per una meditazione appunto – ognuno scelga il suo ritmo e il suo mood – una freschezza quasi fanciullesca, il senso del meravigliarsi davanti alla natura, una sana curiositas verso le storie umane molto lontani però, a mio avviso, dalla sensibilità greca descritta da Aristotele. Avverto un senso indefinito, forse perché molto lontano da me, sconosciuto, che ingenuamente e genericamente mi sento di chiamare oriente. Nulla a che fare con l’orientalismo, il fascino romantico del lontano. L’autrice, al contrario, è consapevole e porta l’Oriente, lo trova e lo vive, lo coltiva anche a casa propria. Si avverte un’intimità e una fusione che non è intellettuale, ma vissuta nella sue pagine. C’è un’evidente consapevolezza come di se stessa, non avulsa da una divertente autoironia, nella sua percezione del tempo e nel parlare del proprio corpo come dotato di un’età indefinita da sempre. E a mio parere è proprio così. Finalmente una persona che si sa guardare allo specchio.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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