mercoledì 13 marzo 2013

Vado Verso il Capo


Vado Verso il Capo
13.000 km attraverso l’Africa

di Sergio Ramazzotti

Amo molto la letteratura di viaggio che più di ogni altra si legge per il contenuto oltre che per lo stile, a volte indipendentemente, senza nemmeno preoccuparsi di chi ha scritto il libro. Almeno così è per me. La dimensione del viaggio è così forte da dimenticarne talora l’autore. Ci sono casi diversi però e singolari. Questo libro come molti qui recensiti è un regalo e quindi un appuntamento e una responsabilità in più, quella di un incontro casuale e pertanto sorprendente. In questo caso vale doppio l’incontro perché l’autore del libro, quasi collega, anche se io per dirla con San Bernardo rispetto ai classici – sono un nano sulle spalle di un gigante – è oltre tutto amico di chi mi ha fatto dono del suo scritto. Il viaggio per me inizia così ed è soprattutto fatto di incontri dove le voci e le emozioni, l’ascolto profondo dell’altro sono protagonisti rispetto ai monumenti e ai paesaggi. Sergio Ramazzotti non solo racconta, anzi soprattutto vive, e il racconto è una trascrizione ma non certo la parte più importante di quello ha vissuto, seppure è l’unica che ci arriva. E’ la scommessa di questo viaggio, la sfida ad accettare una proposta quasi folle di un capo redattore, percorrere l’Africa solo con mezzi pubblici – senza aereo – da solo, uomo bianco, senza scorte e senza rete di protezione quello che colpisce di più: da Algeri a città del Capo, al di là di luoghi o importanti o famosi, semplicemente tra la gente e qualche volta la gentaglia con un solo scopo: arrivare dall’altra parte a toccare l’Oceano, come in un pellegrinaggio. Eppure quando si intravedono le onde e se ne avverte il rumore, il sentore acre e salato, si capisce che la meta la si è raggiunta molto prima, frammentata in ogni passo, soprattutto quelli più difficili. In una scrittura casuale, disordinata e terribilmente viva, senza ammiccamenti e con punte poetiche nate quasi per caso come in On the road di Kerouack si mescolano informazioni giornalistiche anche didattiche, illuminanti su angoli del mondo sconosciuti perché dimenticati e che se la storia fosse andata diversamente sarebbero potuti essere protagonisti. Insieme ci sono i racconti di tutti i giorni e quella battaglia titanica per la quotidianità che in Africa è una vera avventura. C’è la prospettiva che cambia e che non riesce più probabilmente a tornare come prima di chi, per quanto occhio attento e critico, ha vissuto più tra la carta che nel fango e dietro una scrivania rispetto a improbabili mezzi di locomozione. Nel procedere fitto di pagine dense e chilometri che vanno avanti sempre troppo lentamente mi chiedevo se io ce l’avrei mai fatta o se ce la facessi. La domanda non ha trovato risposta. Non ci resta che provarci. Magari con un auto-test da 1.300 chilometri per la prima volta… posson bastare. Alla fine del libro mi è rimasta soprattutto la sensazione della fatica, del caldo appiccicoso e dello sporco condito con animali di ogni specie che si attaccano alla pelle e a quella vita che di umano ha ben poco; mi sono rimasti anche gli incontri con alcune persone che nella loro estrema povertà avevano saputo guardare oltre e immaginare senza confini e colori netti qualcosa al di là di quel solito orizzonte arido. E ancora, c’è il senso del riconoscersi tra esseri umani con affinità, al di là delle lingue, in nome di un linguaggio altro: vibrazione dell’ascolto, curiosità non morbosa, voglia di incontrarsi. E infine c’è la luce, tanta, troppa, contrapposta a un buio denso e improvviso che solo l’Africa nasconde. Un’affermazione mi ha colpita: “Prima di questo viaggio l’Africa era la mia amante. Dopo è diventata mia moglie”. Il senso apparente è chiaro ma forse ce n’è un altro da indovinare. Glielo chiederò se capiterà. Posso intuire quella sensazione dell’aereo che rulla sulla pista per riportarti a casa, a quello che dovrebbe essere il tuo paese, e vorresti scendere e ti consoli pensando già al ritorno. Comunque nulla ci riporterà mai al punto di partenza. Questo mi consola. Lo penso ogni volta che da Tunisi prendo l’aereo verso l’Italia.


Vado Verso il Capo
13.000 km attraverso l’Africa
di Sergio Ramazzotti
Universale Economica Feltrinelli
9,00 euro

1 commento:

  1. Mai in 18 anni (tanti ne compie il Capo) ho letto recensione più toccante. Grazie. SR

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