giovedì 24 luglio 2014

“Alger, le cri” – Récit di Samir Toumi

Martedì, 22 Luglio 2014 Ilaria Guidantoni

Avevo letto di questo libro, sostanzialmente autobiografico, una lettera aperta alla propria città e al proprio Paese, e l’ho trovato in una libreria del quartiere internazionale residenziale a Tunisi, la Marsa presso Millefeuilles, che è stata la prima libreria della banlieue nord della capitale, un luogo dove il libraio è prima di tutto un lettore, in secondo luogo un venditore di libri.

Samir Toumi è un Algerino di Algeri che ha vissuto a Tunisi dove viene spesso, dove ha presentato il suo libro e non è un caso perché il testo racconta anche del suo amore per Tunisi che è un po’ il mio. Il libro, scritto in una lingua magnifica, avvolgente, seducente, senza essere ammiccante, sfacciato né mieloso, è un grande canto d’amore e di rabbia per quella città magnifica morsa dal serpente, storia di violenza e di guerra, di un suicidio infinito. E’ il dolore che provoca rabbia di ogni amore sofferente, prima che non ricambiato, forse di un amore impossibile eppure irrinunciabile che lascia il protagonista in una gabbia. Il suo cammino è la ricerca di un grido, che è la sorgente della vita, la voce, il primo grido umano che alla nascita prova che il bambino respira, quello che nel suo caso era soffocato. Il grido ad Algeri lo cercherà invano, tra le voci soffocate dei martiri dell’indipendenza, torturati, che hanno preferito la morte al silenzio.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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