lunedì 12 gennaio 2015

“La donna che partorì uno scorpione” di Francesca Di Martino

Ilaria Guidantoni Venerdì, 26 Dicembre 2014

Un libro di racconti di un narratore ‘puro’, senza contaminazioni giornalistiche, saggistiche, con intenti didattici e didascalici. Sono racconti di fantasia di uomini e animali, più spesso dove protagonista è il femminile e il femminino, l’elemento fantastico che fluidifica il confine tra i regni dei viventi. E’ la scrittura però quello che caratterizza maggiormente questo libro nel quale di tanto in tanto perdevo il filo per seguire la parola, che domina incontrastata sulla storia. La scrittura di Francesca Di Martino è una partitura musicale scossa da movimenti tellurici improvvisi, che si innalza aulica e spontanea come chi ha metabolizzato il valore e la cultura dello scrivere e piomba nel basso ventre della vita, senza volgarità, secca e pungente d’un tratto.

Non è ornamento, ma è l’anima di quello che scrive e in un mondo editoriale nel quale siamo sempre più noi giornalisti a diventare scrittori, incuriosisce trovare un libro che è pura narrazione. Storie di oggi ma senza tempo, collocate con precise coordinate geografiche, ma in qualche modo ambientate in mondi lontani o nella nostra possibile e fantasmagorica quotidianità.

La miglior sintesi del libro è l’autrice stessa a darcela a mio parere, sempre con la sua spontaneità che si capisce non si rivolge alla scrittura per farsi ascoltare; sembra quasi che per caso sia letta, distratta rispetto alla gloria, in un mondo nel quale tutti sembrano stare allo specchio. “L’Africa puzza di morte ma pullula di vita”, scrive nell’ultimo lungo, lunghissimo racconto del libro, “L’uovo di dinosauro”. I racconti della De Martino sono inquietanti, difficili da riassumere, con un finale sorprendente ma non incline al colpo di scena, non risolutivo; appaiono più spesso come spezzoni di vita, colti da momenti singolari, complessi, stralunati.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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