venerdì 20 febbraio 2015

"Claude Izzo. Storia di un marsigliese" di Stefania Nardini


letto da
Marisa Cecchetti*

Rileggere Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese, di Stefania Nardini, uscito nella edizione e/o dopo la edizione Perdisa 2010, è stato un rinnovare le emozioni di allora. Come quando si apre un classico, che ogni volta ci trasmette qualcosa di nuovo, ma ci conferma allo stesso tempo qualcosa di eterno. Ciò che conferma il libro della Nardini è la grandezza di un uomo, poeta, giornalista, scrittore, che ha fatto del principio della libertà e della coerenza la sua via, che si è mescolato con gli ultimi, nelle strade e nei più bassi quartieri di Marsiglia, per ascoltarne la voce, per schierarsi dalla loro parte, per cercare tra loro la poesia: “E la poesia è nella strada/trascinante/come una ragazza della notte/all’angolo del tavolo/ di un bistrot/davanti a un bicchiere/ di rosso./E la poesia è nella strada/come un senzatetto”.
Figlio di un emigrato italiano partito bambino  nel ‘29 dalla provincia di Salerno, e di madre francese di famiglia spagnola, un rital, appartenente cioè a quella gente  che aveva “solo la povertà da difendere”, abitava con la famiglia nella zona più degradata, il Panier: “I pescatori che venivano da Ischia e da Procida vivevano ammassati nelle case del Panier. Pasta e canzoni erano gli ingredienti di quella nostalgica allegria baciata dalla luce di una città in cui c’era posto per tutti”.
Un libro che spinge a riflettere, quello della Nardini, perché è immediato il passaggio dall’immagine della nave che si allontana da Napoli carica di migranti nel 1929, direzione Marsiglia, alle tragedie giornaliere che si consumano oggi sul Mediterraneo, con  i disperati in fuga dalle guerre e dalla fame. E purtroppo- fortunatamente non per tutti-  le testimonianze del nostro passato rimangono sepolte nei libri di storia.
Spirito inquieto, Izzo ha “sempre guardato la gente, i disoccupati, quelli che non avevano niente, i mali di Marsiglia” con umana partecipazione, in quanto, scrive l’autrice, aveva la consapevolezza che “la vera minaccia, per una città da sempre multietnica, è la cultura della paura”.
E’ diventato e si è sentito pienamente francese senza mai imparare l’Italiano. Dell’Italia però ha amato le canzoni, il cibo, i profumi, e quello del basilico che la madre Babette teneva sul davanzale li comprendeva tutti.
Adolescente pacifista e cattolico del gruppo di Pax Christi, negli anni sessanta, che hanno visto i disordini interni alla Francia in seguito alla caduta del sistema coloniale e all’approdo degli algerini nei palazzoni di periferia, continua a sue spese ad esternare il suo pacifismo quando lo mandano a Gibuti a fare il sevizio militare, una palestra di esperienza umana dolorosissima.
Stefania Nardini, romana, ha imparato a conoscere ed amare Marsiglia grazie ai libri di Jean-Claude Izzo. E’ diventata l’altra sua città. Lì ha chiesto, cercato, indagato, ha contattato tutti quanti, familiari ed amici, potessero aiutarla a ricostruire la figura di Jean-Claude. La nuova edizione è ancor più il frutto di questo amore, perché, senza nulla rinnegare del testo originale, la Nardini ha fatto su di esso un editing personale e speciale, intervenendo per eliminare qualche frase di troppo, aggiungendo informazioni perché il risultato fosse perfetto.
Se Marsiglia ha stregato Izzo, che l’ha fatta vivere soprattutto attraverso la trilogia noir di Fabio Montale, anche lei è stata affascinata da una città “priva di definizioni, e con un unico privilegio: la sua luce. Un miracolo che si rinnova a ogni alba, un dono consacrato all’eternità quando le sfumature delle stagioni si accendono”.
Emerge a poco a poco la vita privata di Jean Claude Izzo: Marie-Helene, Beatrice, Laurence, Catherine, sono le donne che ha amato. Tuttavia, come per una strana ed incontrollabile inquietudine che lo portava a tuffarsi  nell’amore quasi a cercarvi nuova energia e vita, lui confessa di non essere stato capace di tenersi accanto le donne che ha amato. Lo fa dire al suo personaggio preferito, Montale, in cui molto si rispecchia.  Ha voluto sposare Catherine, quando ormai sapeva di aver poco da vivere, quasi in una forma  di estremo riscatto.


Stefania Nardini, Jean-Claude Izzo, Storia di un marsigliese 
ed. e/o 2015 
pag.144
€ 15

* nella foto

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