lunedì 14 dicembre 2015

“Miles e Juliette” di Walter Mauro

Scritto da  Ilaria Guidantoni Domenica, 13 Dicembre 2015

Un testo denso e struggente nel racconto e nella scrittura, così fluida, impalpabile eppure graffiante. E’ un romanzo-documento di un’iniziazione amorosa, breve e folgorante, un affresco della Parigi del Quartier Latin nel 1949, del cenacolo degli esistenzialisti e di due grandi della musica che l’autore ha conosciuto dal vivo. E’ l’amore struggente e disperato come ogni amore impossibile tra la grande tromba del jazz Miles Davis e l’angelo di Saint-Germain Juliette Greco.

Questo romanzo, perché ha a tutti gli effetti ha il gusto della narrazione, è anche un prezioso documento di un’epoca e di un ambiente che non esistono più e che hanno segnato la modernità non solo parigina e francese, ma almeno europea. Sono stata letteralmente rapita dalla copertina e dal fatto che non conoscessi questa storia d’amore tra due grandi della musica che amo e che ho ascoltato dal vivo. In effetti la loro intensa storia d’amore è durata due settimane nel maggio di quel 1949 durante il soggiorno di Miles Davis a Parigi: un amore che non sarebbe finito mai neppure dopo la separazione, forse perché impossibile da sempre. Non solo fu breve ma gelosamente custodito nel circolo degli amici intimi e Simone De Beauvoir, le Castor per gli amici, la compagna di Jean-Paul Sartre, Paulu per gli intimi, in quale modo la guida del circolo intellettuale, ne custodì la riservatezza quasi morbosamente come le appartenesse e facesse parte di una delle lezioni del suo uomo. Il libro è travolgente innanzi tutto per la scrittura intrigante e preziosa, lirica e pungente, di Walter Mauro che è stato uno dei più noti esponenti della critica militante musicale e letteraria che anima il testo delle emozioni vissute in diretta, nascondendo con nonchalance le citazioni e le informazioni dietro la naturalezza di un ambiente respirato. E’ anche un libro di iniziazione all’amore, alle sue sofferenze, alla lacerazione della passione di due artisti e soprattutto di un uomo che è devoto primariamente alla propria tromba e solo in seconda battuta alla donna e alle donne che pure ha amato molto. E’ soprattutto un documento carnale di un momento magico dello spirito e del pensiero che per decenni e ancora oggi chi ama quella filosofia e comunque la trova una pietra angolare nella fondazione della cultura contemporanea va cercando a Parigi.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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