martedì 3 marzo 2015

“Les poèmes d’un maudit. Poèmes du fond d’enfer inédit” di Mario Scalési

Ilaria Guidantoni, 01 Marzo 2015

Sfortunato poeta legato per le sue radici all’Italia e considerato il precursore della letteratura ‘multiculturale’ e ‘multietnica’, parola che non amo, quasi sconosciuto. Nato da genitori di origini italiane - il padre era di Trapani, la madre aveva ascendenti maltesi e genovesi – il 6 febbraio 1892 in via bab souika a Tunisi; frequentò la Scuola Primaria francese di Tunisi, ma ben presto dovette cercarsi un’occupazione per alleviare la precaria situazione economica della propria famiglia numerosa. Fu assunto come ragioniere. Quando aveva cinque anni, una caduta dalle scale lo aveva reso invalido. Non godeva, inoltre, delle simpatie dei “monelli” del suo quartiere, a La Goulette, dove viveva la “piccola Sicilia”. La sua salute s’incrinò sempre di più, anche a causa di un’esistenza scarsa di affetti. Dopo un periodo di ricovero nell’Ospedale Coloniale Italiano “G. Garibaldi”, il 30 settembre del 1921 fu trasferito in Italia, alla Vignicella, il nosocomio psichiatrico di Palermo. Aveva, infatti, mantenuto la nazionalità del padre. Dalle cartelle cliniche, risulta essere deceduto per “marasmo” nel 1922. La sua salma sarebbe finita in una fossa comune.

La sua unica raccolta poetica è stata pubblicata postuma, in varie edizioni, ed è stata accolta, sin dagli anni Trenta dello scorso secolo, da critiche favorevoli in Francia e dal consenso di francesisti di varie parti del mondo; è stata apprezzata anche in molti Paesi europei, oltre che in Tunisia e altri Stati arabi. E’ in Tunisia però che ottiene la sua maggior fortuna dove è ritenuto uno dei “padri” della letteratura magrebina di espressione francese e tra i maggiori esponenti della letteratura proletaria.

Collaborò tra l’altro, come raffinatissimo critico letterario, con i periodici di Tunisi «Soleil» e «La Tunisie Illustrée», da cui lanciò le sue originali tesi a favore di una “letteratura nordafricana” autentica, ma che si sentisse parte integrante della “patria” francese, piuttosto che essere vittima dell’esotismo. Uno dei maggiori poeti tunisini contemporanei, Moncef Ghachem ha dichiarato in un'intervista: «Je suis un fils de Mario Scalesi» (sono un figlio di Mario Scalesi). In Italia dove è quasi sconosciuto, come accennavo, arte della sua memoria si deve a Gaspare D'Aguanno che nel 1938 pubblicò, in francese, una biografia di Scalesi.

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