venerdì 22 novembre 2013

Il caso nel primo romanzo di un ingegnere informatico tunisino



“La marche de l’incertitude”
di Yamen Manai
L’autore è un giovane tunisino, nato nel 1980 a Tunisi e residente a Parigi; ingegnere, lavora sulle nuove tecnologie dell’informazione e “La marche de l’incertitude” è il suo primo romanzo. Il libro ha ricevuto a Tunisi il premio Comar d’Or 2009 e in Francia il Prix des lycéens Coup de Coeur de Coup de soleil 2010. Scritto con grande freschezza, riesce ad unire il linguaggio di oggi e lo stile colloquiale ma nello stesso tempo classico di molta letteratura maghrebina. In qualche modo è un romanzo filosofico sul tema dell’incertezza che è il romanzo della vita, dalla quale nessuno può prescindere, quale che sia il riferimento esistenziale, l’universo di appartenenza o la cultura. L’incertezza è parte integrante del vivere ma non è il caso, questo no, non esiste, almeno non nel senso più banale in cui lo si intende, come caos, come andamento disarmonico e qualunque. Il caso ha invece un suo preciso rigore che i matematici se riescono a coglierlo sono in grado di risolvere ogni equazione. Senza pesantezza e nessuna ambizione didascalica, il libro dà una visione del mondo secondo la quale, come si apprende dalla prima pagina, “è il caso, non la gravità, che ha fatto cadere una mela in testa a Newton” E poco più avanti “Disturba perché non lo si sa spiegare, perché qualche volta sovverte le nostre certezze”. Eppure “non è solamente grazie alle sue spiegazioni postume e alle sue certezze che un uomo avanza, è anche grazie alla sua immaginazione e alla sua capacità di credere nella sottigliezza di questo mondo che si svela” E “questo mondo è lontano dall’essere questo concatenamento di meccanismi”, questo ovvero quello che da sempre si suppone debba essere l’universo, una macchina perfetta che all’uomo spetta solo scoprire, spiegare e rispettare. Ora il nostro autore sovverte quest’idea ma non la sostituisce con una visione nichilistica e pessimistica, anzi, l’incertezza sembra la misura della fluidità, quindi della possibilità e della libertà. All’uomo resta la sfida di saper stare dentro questa dimensione non schematica. Come un mantra torna la frase “L’azzardo, il caso, maestro dei dadi, aveva deciso di incrociare di nuovo i loro cammini”. E questo perché più volte accade e in situazioni molto diverse, bizzarre, che mescolano ambienti internazionali e storie popolari dove magia, credenze popolari e scienza si mescolano. Il caso è proprio questo, quell’area che incrocia la più ferrea razionalità con la libertà e anche l’anarchia più assoluta. E’ un libro originale, insolito, fresco, uno sguardo sulla società di oggi, nella quale riesce anche ad entrare un gatto e alla fine l’autore ci dice con una domanda che sembra una risposta, che non sembra possibile vivere con delle certezze, non più, dopo che si è vissuto abbastanza per capire come vanno le cose.
“La marche de l’incertitude”
di Yamen Manai
elyzad poche
5,900 DT/5,70 euro

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