lunedì 23 novembre 2015

“Vernice fresca” di Luca Rondolini

Scritto da  Ilaria Guidantoni Domenica, 22 Novembre 2015

Undici racconti calati in una realtà quotidiana spessa e densa, domestica, resa materica dall’uso di una lingua spicciola, perfino dialettale; eppure queste storie, come istantanee, paiono essere sospese, talora in bilico tra sogno e realtà: pensieri, momenti di una stessa persona come episodi, o uno zoom che scorre veloce tra angoli diversi di un paese?

Presentato a Umbria Libri 2015, Venerdì 13 novembre

Vernice fresca è il titolo di un racconto che dà il nome alla raccolta è presentata come 11 racconti, 11 storie imperfette, dense, crude, tra eros, nostalgia e un’ironia strisciante che a tratti regala alle pagine un’insolita freschezza, piena di umanità. L’idea di questi fotogrammi, che potrebbero essere stati scattati in momenti diversi di una stessa vita, allucinazioni, sogni a occhi aperti o chiusi, divagazioni della mente, è che dietro ci sia una stessa anima: potrebbero essere storie e personaggi diversi ma anche varianti, episodi di una stessa persona. Racconto certamente nutrito di un sensibilità maschile, a metà tra un racconto di iniziazione senza formazione e cronache di giornate ordinarie dove dei brani sono strappati, colti in fragrante, senza l’idea che togliendo qualcosa ci sia una frattura: sono storie senza trame dove un giorno può essere unico o essere indifferente, accanto a tanti altri. I personaggi infatti ci appaiono fluidi, irregolari senza riuscire ad essere immorali. Nella vita – si intuisce più che spiegare - che si barcamenino alla meno peggio nei meandri del quotidiano con il loro carico di insicurezze e ossessioni che, lungi dal risolversi nel corso delle vicende, rimangono incastrate nelle pieghe della vita a tracciare nell’insieme una sorta di romanzo di deformazione. A fare da contrappeso a questa rarefazione un po’ allucinante e straniante più che conturbante – attraversata da una sensualità focosa ma sbrigativa e impacciata – c’è una contestualizzazione sociale indovinata: l’immagine che emerge per me è una realtà di paese, una vita modesta, dove il dialetto perugino marca il territorio e segna i personaggi con una certa umiltà.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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