lunedì 29 settembre 2014

“Nessuno doveva sapere Nessuno doveva sentire” di Giovanna Mulas

Ilaria Guidantoni Mercoledì, 24 Settembre 2014

Prefazione di Xavier Frìas Conde, illustrazioni di Pinina Podestà, postfazione di Daniela Micheli, musiche di Gianluca Rando

Il titolo suona come un manifesto al contrario, una negazione che la programmazione neuro-linguistica insegna che programma la mente al contrario. E’ quello che non sarebbe dovuto succedere, ma che accadendo inevitabilmente porta conseguenze nefaste. Il tema è quello dell’omertà popolare che nasconde ma non elimina lo scandalo. Anche perché è la vita, sembra dirci l’autrice, che è scandalosa in sé, che è meraviglia, sogno e delirio. Nasce dal cuore e dalle carne nella stessa proporzione e quindi dal sangue e nel sangue torna, con la violenza della morte. C’è una dimensione aspra nella scrittura di Giovanna Mulas, incantata e travolta dal vivere, mai rinunciataria al sogno anche con il rischio di addormentarsi e avere un incubo perché questo significa esistere: essere senza sconti. Non basta tacere, nascondersi, farsi finta di: la vita prima o poi scoperchia le parti più buie e non c’è nessuna gravidanza che possa essere celata per sempre, malgrado le bende strette intorno al ventre. Dimenticare e perfino uccidere non serve a cancellare la memoria, perché la vita cosmica sopravvive a noi e sembra perseguitare i nostri peccati anche quando pensiamo di averla scampata, come succede ad un notaio che ha ignorato la donna e il figlio che ha avuto perché la madre del bambino era una serva. I fantasmi, i sogni, gli incubi, sono oltre la materia e più possenti.

Giovanna è la Sardegna, lo è per la lingua perché il libro lo si sente pensato in sardo e si avverte, anche con una certa difficoltà per chi è estraneo a quella cultura, che le parole e le espressioni dialettali non sono inserzioni, quanto il nucleo più forte che resta dalla traduzione in italiano della stessa autrice.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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