martedì 9 settembre 2014

"Salammbô", Gustave Flaubert

Ilaria Guidantoni Lunedì, 18 Agosto 2014

L’estate è anche il tempo ideale per rileggere o leggere un classico mancante ché c’è bisogno di tempi più dilatati. E’ proprio questo che salta agli occhi a chi sempre più, pur allenato a leggere, è abituato a letture contemporanee o di letteratura corrente. I classici non sono necessariamente più impegnativi ma richiedono un ritmo lento, meditato.

Da molto tempo desideravo leggere Salammbô, opera di Gustave Flaubert, poco nota almeno in Italia, dopo la mia frequentazione con Cartagine, dov’è ambientata la vicenda, ed essendo venuta a conoscenza dell’amore di questo autore francese per la Tunisia, segnatamente l’allora quartiere reale de’ la Marsa (oggi il quartiere internazionale dove vivo come molti francesi e italiani di Tunisi). Flaubert è in qualche modo un autore esotico per l’epoca, grande conoscitore del mondo arabo grazie ai suoi viaggi tra Tunisia, Siria ed Egitto nonché viaggiatore europeo. Formatosi a Parigi, figlio dell’alta borghesia, frequentatore schivo di intellettuali e salotti, in particolare amico di Victor Hugo, fu il traghettatore della letteratura francese dal romanticismo al realismo, come dimostra questa narrazione, che lega i due aspetti attraverso la storia.

Con Salammbô ci trasferiamo nel III secolo avanti Cristo, nel 241, durante la prima delle Guerre Puniche, e la Tunisia fa ingresso nel romanzo moderno storico.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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