martedì 7 luglio 2015

“Rien ne s’oppose à la nuit” di Delphine De Vigan

Scritto da  Ilaria Guidantoni Lunedì, 29 Giugno 2015

Un romanzo coraggioso anche se il tema non è originale e recentemente più che mai ha attraversato la letteratura e il cinema: la figura della madre e in generale la storia della famiglia, scritta all’indomani della perdita. Una scrittura piana e ritmica, una riflessione spontanea sulla forza della famiglia, luogo di energia ma anche balcone su un possibile baratro, il libro autobiografico che prende l’avvio di un romanzo, scardina la famiglia quale incarnazione della gioia più spettacolare e insieme potere distruttivo come tante altre famiglie. La scrittura diventa cammino di pacificazione e purificazione, catarsi che deve necessariamente passare dal dolore.

Niente si oppone alla notte, prende spunto dalla canzone “Osez Josèphine”, “Osa Joséphine”, un invito a infrangere il muro dell’omertà, del pudore, del freno che inibisce e non risolve, scritta da Alain Bashung e Jean Fauque la cui bellezza sobria e audace – come ci racconta l’autrice Delphine De Vigan – ha accompagnato la scrittura del libro. Un romanzo con tutti i crismi, una scrittura appassionata e scorrevole che trascina, se non si sapesse che è la storia autobiografica ma anche un affresco di una famiglia francese lungo due, tre generazioni, con i suoi amori, affetti, depressioni, malattie e buchi neri, come una famiglia che si rispetti. Delphine De Vigan, nata nel 1966, è un’autrice francese che ha scritto numerosi romanzi tradotti in diverse lingue, e che riesce ad imprimere una sua originalità senza rischiare il diario intimo, la confessione, l’autoreferenzialità; assicurandoci, al contrario, una storia credibile, dotata di una sua forza autonoma.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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