lunedì 30 dicembre 2013

Rileggere la storia di Roma sullo sfondo del Mediterraneo



Le radici del gelsomino
Le grandi figure del passato numida
di Touhami Garnaoui




Touhami Garnaoui è un tunisino nato nel 1938 a Sousse che vive attualmente a Tarano, in provincia di Rieti dov’è stato sindaco, primo maghrebino a ricoprire quest’incarico dal 2004 al 2009. Ha studiato a Parigi matematica, ingegneria, aerodinamica, economia e si è diplomato al’Ensae, Ecole Nationale de Statistique et Administration Economique. Docente universitario, ha lavorato nell’ambito della pianificazione economica e di amministrazione del territorio. E’ stato tra l’altro capo missione di cooperazione allo sviluppo per il Ministero degli Esteri in Marocco. L’ho incontrato a Roma perché questo personaggio versatile, con una grande preparazione filosofica e storica, si è interessato a me, essendo venuto a conoscenza dei miei libri e del mio interesse per la Tunisia. Incredibile ma vero. Ancora una volta una lettura che nasce da un incontro e un incontro che nasce dal mondo dei libri. Ho iniziato a leggere questo esile e denso libro con una certa esitazione e non senza qualche difficoltà, digerendo lentamente la prima parte, divorando la seconda. All’inizio sono stata spiazzata dall’assenza di riferimenti all’attualità eppure il titolo non può mentire, poi mi sono accorta che l’autore vuole fare un lavoro di forte documentazione e approfondimento ma con una giusta distanza, lasciando che il lettore si incammini sul binario della storia per fare il proprio cammino. Nessuna tesi ma tutti gli strumenti per ricostruire le fondazioni del Mediterraneo. E’ molto interessante la prospettiva, la rilettura della storia romana in ottica mediterranea perché si amplia la prospettiva e la sfaccettatura interpretativa, mentre si è abituati ad ad ascoltare un dialogo come un monologo. Purtroppo continuiamo a leggere la storia dei popoli separatamente senza sincronicità. La seconda ragione è la geografia storica che è fondamentale per comprendere l’atlante storico. La famosa battaglia di Zama finalmente so dov’è perché si tratta di una località vicino a el-Kef in Tunisia, nell’interno e così Utica di Catone è l’insediamento archeologico relativamente vicino a Tunisi. La Numidia prende un volto con dei contorni e così via. Rileggere l’antichità significa, sembra dire Garnaoui, riportare all’attenzione il Mediterraneo come crocevia e la centralità del Maghreb in generale, di Cartagine in particolare che evidenzia come i Fenici sceglievano strategicamente le proprie colonie. Tunisi sorse sulle sue rovine ma non riuscì ad ereditarne la raffinatezza, a dispetto della storia che ha sempre dimenticato e marginalizzato l’Africa dallo scacchiere internazionale. Eppure per Roma il nord Africa, la ‘vecchia’ e la ‘nuova’ Africa come fu ribattezzata ebbe un ruolo centrale. Il nostro autore sembra dire che il Maghreb, la Tunisia in particolare, hanno visto abortire qualsiasi tentativo di risveglio perché è più facile entrarvi che uscirvi, dal punto di vista geografico e poi per una ragione che definisce ‘istituzionale’: come molti paesi di tutto il continente, si tratta di una miriade di popoli eterogenei costretti a vivere sotto la stessa bandiera ma con usi, costumi e credenze completamente diverse. In effetti Augusto alla fine riuscì ad unificare l’immensa provincia dall’Egitto, all’attuale Libia – Cirenaica e Tripolitania - Tunisia, Numidia, fino agli attuali territori algerini, marocchini e della Mauritania, grazie anche alle divisioni interne e alla rivalità, in particolare nei confronti dei berberi. I popoli del Maghreb infatti non reagirono all’avanzata dei Romani unendosi ma alimentando e approfittando per scatenare guerre e faide interne e fu la fine. Una lezione che la storia non sembra aver imparato. I comportamenti dei ‘conquistatori’ invece sembrano sempre gli stessi, esercitarsi nel gioco di potere e marginalizzazione tra il centro e la periferia dell’Impero e sfruttare i territori della provincia dove già allora c’era ricchezza prodotta a costi molto più convenienti, rilancio della schiavitù nell’ultima parte delle guerre puniche perché la manodopera a basso prezzo cominciava a scarseggiare. Insomma una sorta di ‘delocalizzazione’ selvaggia ante litteram. E ancora dinamiche tra oppositori e collaborazionisti, come il caso di Tolomeo II di Numidia, esempi che illuminano quello che sarebbe venuto.

 
Le radici del gelsomino
Le grandi figure del passato numida
di Touhami Garnaoui
Book Sprint Edizioni
Euro 14.10

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