lunedì 7 aprile 2014

"Se questa è una donna" di Luca Attanasio

Domenica, 06 Aprile 2014

Tre racconti, tre storie di donne e di dolore, ma anche di grande dignità. Un viaggio nell’orrore delle migrazioni, fughe dal dramma attraverso l’inferno, nella speranza che non viene mai meno. Testimonianze giornalistiche in forma di novella, il linguaggio delle emozioni che non mitiga l’orrore, ma lo umanizza attraverso le emozioni. Un lavoro legato al giornalismo dell’autenticità, oltre dati e numeri, provando a immergersi nell’altro. Una scrittura piana, schietta, corretta, con una bella capacità iconopoietica in grado di farsi donna, gioire e soffrire con ognuna di loro e, oserei dire, noi.

Yergalum Aminata e Shirin, tre vite di donne, tra l’Africa, l’Iran e l’Afganistan, in fuga da una vita misera, di stenti o di umiliazione, di solitudine interiore. Un viaggio rocambolesco attraverso l‘inferno dei trafficanti di uomini dove l’essere donna è un punto a sfavore. Tutte con un mito: andarsene, non solo, arrivare in Italia. Tre donne di coraggio, ritratti che non si commiserano, non maledicono la vita, anzi la apprezzano come solo chi ha metabolizzato la sofferenza per vincerla con la forza interiore e non con il potere. Luca Attanasio raccoglie testimonianze con lo spirito del giornalista, senza risparmiarci particolari dell’orrore né edulcorare le vicende, né vestirle di un suo messaggio. Il narratore si rende trasparente, entra nel cuore dei suoi personaggi, ne prende le sembianze ed è solo la voce. Si fa ascolto, risuonando totalmente di loro. Il valore del libro è proprio in questa capacità di camminare sul crinale tra la narrazione, la novella e l’indagine, che fa emozionare il lettore perché è credibile.

L’idea di questo libro nasce dalla rielaborazione di decine di interviste svolte presso il centro “Passaggio nei Territori di Giano”, il servizio per vittime di tortura e richiedenti asilo dell’ININMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto della Povertà), Ospedale San Gallicano di Roma. 

L'articolo integrale su Saltinaria.it

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