venerdì 4 luglio 2014

“Esperanza” (Lampedusa) di Aziz Chouaki

Martedì, 01 Luglio 2014 Ilaria Guidantoni

Tragedia con tonalità ironiche e in certi momenti perfino allegre di rinnovata attualità. Nel momento in cui scrivo questa recensione ripenso alla notizia di questa mattina su Radio 24 ore, che ha annunciato altri trenta morti nel Canale di Sicilia per naufragio.

Il dramma teatrale prende il nome emblematico da un barcone e il sottotitolo dalla meta, vissuta come la possibilità di una nuova vita, l’unica che resta, il sogno, anche se spesso si traduce in una raccolta di briciole. E’ l’opportunità di coltivare la speranza che però rappresenta il senso del vivere per tanti giovani harraga, brûler, letteralmente coloro che bruciano, ovvero oltrepassano le frontiere clandestinamente, dando ‘fuoco’ a livello immaginario ai confini tracciati per opportunità dal potere. In fondo lo stesso autore, algerino residente a Parigi dal 1991, noto in Francia soprattutto per la sua attività di Drammaturgo (nonché di Romanziere – su Saltinaria.it la recensione de’ “La stella di Algeri”, premio Flaiano Musicista jazz) sostiene che i confini sono fatti per essere messi in discussione.
Interessante l’angolo di visuale oltre che il linguaggio utilizzato, un francese sporcato da termini di strada e lingua colloquiale di frontiera e di disperazione: l’algerino del quotidiano e dei bassi fondi, un po’ di spagnolo, qualche termine inglese e perfino italiano, come ad evocare la lingua sabir che un tempo si parlava nei porti del Mediterraneo.


La recensione integrale su Saltinaria.it

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