sabato 25 febbraio 2012

Una terra che nessuno ha mai detto


di Irene Ester Leo

E’ la poesia di una giovane donna salentina che chiama con la suggestione di un titolo che si rivela la citazione di un verso di Cesare Pavese all’interno di un piccolo brano dell’autore che Irene Ester Leo mette in chiusura del libro e chiude il cerchio. Anzi lo lascia aperto disorientando il lettore anche se da un certo punto di vista tutto è molto confezionato e ornato. Pavese sembra autore amato, citato nei versi dell’opera e citato con i versi. Il tema della citazione è forte nel libro a più livelli e sarebbe interessante capirne la ragione. Una rete di rimandi e suggestioni tra scrittori? Ma non tutte le poesie si aprono con citazioni di altri poeti. Un puro ornamento? Ma sembra contrastare con lo stile del verso spezzato, senza regole. Un modo per raccontarsi? Le proprie passioni, la propria formazione? E forse è l’unica indicazione che ci dà di se stessa l’autrice. Traspare una cultura classica in un’oscillazione che talora attinge all’accademia, tal altra si abbandona a suggestioni che ci appaiono addirittura confuse, volutamente tali. Centrale appare comunque la parola che trascina il lettore e lo cattura per se stessa più che focalizzarlo sul contenuto. L’impero della parola si annuncia nella citazione di Pavese se la si legge per esteso e sembra suggerirci una chiave di interpretazione: il poeta è come la terra che nessuno ha mai detto; aspetta solo la parola che dà i frutti agli alberi. Il potere fecondo della parola è ovunque e si annuncia fin dall’introduzione dell’autrice, con il titolo di Magnificat: è la follia la via della verità, della scoperta mentre “La ragione è la panacea dei morti”. In effetti è la parola come suggestione, come sogno che cattura e ci fa perdere dentro i versi, tanto che è difficile seguire il filo e rispondere alla domanda: “di cosa parla la poesia”? Forse Ester ci dice che la poesia vale proprio per incantare l’animo, per uscire dallo schema della ragione, per perdersi, non per istruirci, raccontarci qualcosa. Singolare in tal senso la Prefazione di Andrea Leone, poeta a sua volta che ci avvicina alla poesia di Ester parlando di un Sud greco, apollineo, dove prevale la dimensione del ‘vedere’ che entra in contatto con le cose alle quali si rivolge con un ‘tu’, con una forma di personalizzazione: “Sogna alberi mi diceva la vita”. Chi firma queste prima pagine ci dice che siamo di fronte ad una mistica del concreto dove la follia orienta lo sguardo. Mi sono avvicinata guidata da queste parole e ho scoperto un altro volto, decisamente dionisiaco, folle appunto, nel senso che oltre passa la ragione. C’è forse anche un giocare tra lingue diverse che si intrecciano che talvolta si rivelano come un mosaico che sembra ricostruire qualcosa, un filo che ci porterà un messaggio; ma d’altra parte sembra solo giocare e trovare in questa vertigine il senso. Ricorrono albe e tramonti, momenti di passaggio, la luce che spesso ferisce e che, ancora una volta, non appare come simbolo di armonia apollinea. Altre immagini che tornano sono quelle della terra, delle radici e della memoria che rimandano all’attaccamento ma anche alla paura di perdere il proprio porto. C’è ancora la paura di perdersi, di essere perduta nel senso di dimenticata – e si chiede di essere toccata – ma anche l’irresistibile desiderio a perdersi nell’innamoramento che è dimenticanza per eccellenza del sé per ritrovarsi nell’altro. Come in “Margherita”, probabilmente l’unica composizione dedicata ad una figura umana, ammesso che non ci sia un gioco di animazione floreale. Margherita “Si è innamorata di una pena,/di una favola appena,/della libertà dell’esser niente,/dell’esserlo serenamente./Innamorata è la clausola non corrotta,/o ami o sei morta.” E ancora ricorre il mare e una natura animata che è benigna e maligna ad un tempo e che diventa antropomorfa, oltre che animata, talora spaventosa, quasi mai consolatoria ma incantatrice.. Leggere le pagine di Ester talora è faticoso, tortuoso in uno sfumare continuo dalla poesia alla prosa.

Collana Poesia
Edizioni della Sera
10,00 euro

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