venerdì 10 aprile 2015

Laura Marchig, "Snoopy Polka" noir balcanico

Ilaria Guidantoni, 08 Aprile 2015

Noir sullo sfondo di un Mediterraneo ferito: una storia e più storie si rincorrono, si alternano fino a fondersi mentre una musica suona nella sua ambigua e travolgente canzone di sangue e di speranza, come una ballata noir.

“Un romanzo scatenato come la sua autrice. Quando la musica della Snoopy polka, da brano brioso che mette voglia di ridere e di muoversi a tempo, si trasforma nel ritmo del kalashnikov. Contro ogni retorica e ipocrisia. Contro la noia di tutti i giorni.”

La quarta di copertina annuncia un tono scherzoso, leggero e insieme complesso. La lettura del libro lo conferma. Definito un noir balcanico, a tratti con una velatura pulp, è il romanzo d’esordio di un'autrice fiumana della minoranza italiana in Croazia, poetessa che si racconta con ironia divertita in evidente conflitto d’interesse: “sono, con Elisa Amadori, il direttore della collana nella quale esce il libro”.

Tra amori e sangue, la scrittrice getta il lettore in un mondo vicino quanto sconosciuto con un ambiente che è tutto noir e racconta un Mediterraneo livido, nordico, lontano dalla solarità e dalla passionalità del sud. Riconosco tratti freddi, aciduli, con le tinte fluorescenti, quando la passione si accende, di certi romanzi e più ancora di molti film del nord Europa e allo stesso tempo quel senso di desolazione, smarrimento e insieme attaccamento alla tradizione dell’est europeo.

Laura Marchig è poetessa affermata anche se, non conoscendola per i suoi versi, sembra in questo esordio decisamente votata alla prosa. L’autrice è stata per dieci anni direttrice del Dramma Italiano, lo stabile teatrale sempre della minoranza italiana, con all’attivo tanti successi, tra i quali, nel 2013, il più importante premio teatrale croato (Nagrada hrvatskog glumišta) con Kafka project di Karinna Holla. Colpisce questo intreccio tra cronaca nera, al limite della giudiziaria e insieme un tono quasi surreale dove le storie sembrano in certi momenti perdersi, per poi ritrovarsi e galleggiare in un mondo dai confini incerti. Aleggia su tutta la vicenda il senso della disgregazione dell’ex Jugoslavia e insieme quel nazionalismo fiero alla ricerca di un’identità sfilacciata e contesa.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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