martedì 1 gennaio 2013

Rileggendo il Piccolo Principe



"Le petit prince"
di Antoine de Saint Exupéry



Ho deciso di rileggere, dopo tanti anni, questa fiaba sogno e di leggerla forse per la prima volta d'un fiato nella versione originale che apparve negli Stati Uniti dove l'autore era stato esiliato dal 1941 al 1943; mentre nel 1945, apparve, postuma in Francia. L'edizione, semplice ed elegante, è corredata dagli acquarelli dello stesso scrittore. Si apprezza la lingua pulita, semplice, garbata ed essenziale come i suoi capitoletti, massime di saggezza con il pregio di arrivare attraverso la storia, l'emozione di un incontro che resta vivido nelle impressioni e con il gusto della fantasia, dove pero' non c'è nessun stravolgimento. Sogni impossibili quanto reali.
Da grandi si apprezza un messaggio trasversale che è l'idea della vita come un viaggio dove anche gli imprevisti (l'auto in panne nel deserto) sono un arricchimento, spesso un viatico per incontri, occasionali quanto importanti.
Il piccolo principe ci viene incontro, delicato e curioso, allo stesso tempo insidioso per la nostra coscienza, a ricordarci che tutti gli adulti furono un giorno bambini: curiosi e ingenui, quanto attenti alla sorpresa della vita. Resta un invito a porci domande, a non rinunciare alla conoscenza, quanto ad interrogarci, mettendoci in gioco e, se serve, in discussione.
Ci sono due episodi che mi porto dentro da tempo, con la voglia di rileggerli, l'incontro con il re e con la rosa. Ogni 'appuntamento' è un mondo, perché ogni essere vivente dischiude un universo. Della brama del potere, anche senza forza, dell'ambizione a raccogliere titoli pur senza valore su un regno piccolo piccolo e dove non c'è nessuno (probabilmente non c'è spazio per nessuno), ne sappiamo fin troppo. Una splendida lezione d'amore e il dialogo con la rosa che diventa unica perché 'addomesticata' e amata, per il tempo che le si dedica. Ed è qualcosa che si scopre solo vivendolo e non è visibile dall'esterno perché  "l'essenziale è invisibile agli occhi. Non
Si vede bene che con il cuore". È la frase più celebre del libro, che pronuncia la volpe, in un dialogo sul filo del rasoio dove l'ironia incontra la saggezza. Una piacevole riscoperta anche del valore del tempo. A questo proposito, voglio citare per concludere questo mio invito alla lettura - per i più probabilmente una rilettura - l'incontro con l'uomo incaricato di accendere la luce sul mondo al tramonto e spengerla al mattino. È uno stimolo a ripensare il senso del tempo. Non solo in termini spaziali ma interiori. Una vita da sogno si tramuta in un incubo perché l'accelerazione non è solo questione di ritmo ma di senso. E così è diventata la tecnologia. Da leggere e rileggere.



"Le petit prince"
di Antoine de Saint Exupéry
avec aquarelles de l'auteur
folio editions
9,50 euro

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