mercoledì 21 marzo 2012

Uccidere il padre




di Amélie Nothomb
Un libro crudo e crudele, con un umorismo acido e una violenza sottile appena palpabile ma feroce. Lo schema e lo stile sono quelli consolidati dalla scrittura di Amélie Nothomb. Un romanzo breve, eppure denso costruito come una partita a poker, sentimentale, dove l’architettura rispetta il contenuto. Si parla di magia e bari, trucchi ingannatori e rischio corso in prima persona per ammaliare il pubblico onestamente e si scrive una partita dove inaspettatamente la vittima è il carnefice. Il ragazzo protagonista del libro, dai 15 ai 20 anni impara fino troppo bene i trucchi del mestiere svelando agli altri che la sua passione non è pura ma uno strumento per giocare gli altri. Un affresco inquietante dove nessuno è chi sembra e la stessa protagonista femminile, pronta ad accogliere subito in casa un ragazzo come un figlio, cacciato di casa da una madre snaturata, non è solo una moglie fedele innamorata del più grande maestro, mago della città; mentore e poi padre putativo di Joe; è anche una donna estrema, un giocoliere del fuoco, con un’esperienza adolescenziale di droga e con una voglia di evasione e trasgressione ancora molto forte. Lo spaccato familiare quotidiano, da famiglia felice della provincia americana e la settimana ‘di follia’ annuale, di riunione hippy a Black Rock dove la magia, non solo dello spettacolo è protagonista, sono distanti e dissonanti e contemporaneamente intrecciati e vitali l’uno all’altro. L’autrice prova un gusto, mai compiaciuto, di scavare nell’animo umano per trovare il lato sorprendente e oscuro con una successione di colpi di scena fino a confondere lo spettatore preso nella dinamica della spirale sempre più stretta. Talora si ha l’impressione pur nello scenario di realismo quotidiano rafforzato dall’attualità di perdersi in una dimensione onirica, talora un po’ allucinata. Fa da trait-d’union l’analisi psicologica sempre attenta ai personaggi. I suoi libri appaiono quasi sceneggiature che per ora, forse proprio per il risalto dato allo scavo psicologico, ha premiato il teatro più che il cinema.


“Uccidere il padre”
di Amélie Nothomb
Voland
Collana Amazzoni
9,00 euro

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